Era una mattina fresca, ventosa. Il cielo di Galway appariva terso e innocente come un bambino, ma Chiyo ormai lo conosceva bene e sapeva che in realtà, sotto quella faccia angelica, si nascondeva un tempo dispettoso come un monello di strada. Ma la Strega aveva quasi fatto l'abitudine ai cambi repentini del cielo, e comunque, quando il sole splendeva alto e il vento soffiava giocoso, il suo umore non poteva che essere allegro. In fondo, forse per quella giornata il bel tempo sarebbe durato anche più del solito, ed era quello che Chiyo si augurava per una lunga giornata di lavoro al negozio. In effetti, finché non trovava passatempi migliori, lavorare era anche l'unica distrazione dalla noia, oltre che una necessità.
Sarebbe un passatempo più divertente se arrivassero clienti, si disse due ore dopo tra sé e sé, un po' imbronciata, mentre passava lo straccio per pavimenti: dato che da quando aveva aperto ancora non era entrato nessuno, si era data alle pulizie, ma detestava quel tipo di mansioni. Sperò con tutto il cuore che un qualsiasi cliente la sollevasse da quell'onere, le andava bene anche un'umanissima bimbetta strillante con il moccio al naso, anche se sarebbe entrata solo per comprare una bambola e non certo artefatti magici. Intendiamoci: per Chiyo desiderare la presenza di una simile cliente voleva dire solo una cosa, cioè che era disperatamente, terribilmente annoiata, anche se senza dubbio avrebbe preferito di gran lunga fare la conoscenza di qualche interessante essere magico.
Mentre era persa in questi pensieri, senza volere diede un calcio al secchio dell'acqua, che riversò buona parte del suo contenuto sul pavimento prima che Chiyo riuscisse a raddrizzarlo.
Grandioso. Lavoro supplementare. Dov'è lo straccio asciutto?Era ancora china ad asciugare il lago che aveva creato, quando udì il celestiale suono della campanellina posta sopra la porta.
Clienti!!!Dei passi cauti risuonarono sul pavimento pulito. Poi una voce, sopra di lei:
CITAZIONE
Salve. Mi chiamo Rose, sono appena arrivata in città e mi è stato detto da mia nonna di venire in questo negozio a comprare un qualcosa di fondamentale per la mia vita. Anche se spero molto non sia una bambola.
Chiyo sgranò gli occhi, rimanendo inginocchiata a terra qualche secondo con lo straccio in mano prima di alzarsi e affacciarsi al bancone (anche se ora era in piedi, di lei era visibile solo la testa e parte delle spalle): si ritrovò a fissare una ragazza alta, molto alta, tanto alta che per guardarla bene in viso Chiyo doveva reclinare il collo indietro (in fondo, al contrario della nuova arrivata, Chiyo era piuttosto bassina); anche se il viso pallido era illuminato da un sorriso gentile, gli occhi verde acqua della giovane che diceva di chiamarsi Rose vagavano perplessi sugli scaffali del Diamhair Dolls, quasi si stesse chiedendo cosa potesse offrirle quel negozio di così fondamentale per la sua vita.
Accidenti!Chiyo aveva visto tanti clienti un po' sperduti, che prima di fare una richiesta diretta titubavano non poco (in genere erano tutti creature magiche che cercavano il negozio esoterico e si trovavano davanti un negozio di bamboline), e persino clienti ormai veterani che si avvicinavano senza paura al bancone a fare le loro richieste assurde, ma una presentazione di quel tipo Chiyo non l'aveva ancora mai ascoltata.
Cioè: nel mio negozio, secondo tua nonna, troveresti una cosa che ti cambierà la vita? Che figo! Ma chi è tua nonna? Come pubblicità è il massimo, prestamela!Poi al cervello di Chiyo giunse anche la seconda parte del discorso di Rose:
"Anche se spero molto non sia una bambola".
Sul viso della Strega si disegnò un sorriso a quarantaquattro denti. Altro che bimbetta umana e col moccio al naso! Con tutta probabilità davanti a lei c'era un essere magico con un'interessantissima storia alle spalle, che davvero nel suo negozio avrebbe trovato tutto ciò che cercava per cambiare la propria vita! Si sentì eccitata ed esuberante come il vento quella mattina. Quella sì che era una bella attività!
Doveva solo cercare di capire di
cosa avesse bisogno quella Rose.
Si mordicchiò un po' le labbra, rimanendo brevemente in silenzio. Per scoprirlo, sarebbe bastato farla entrare nel retro del negozio, ma poteva davvero fidarsi di quella ragazza?
Sono sicura al novanta per cento che non è umana. Ma se lo fosse? Rischio di far saltare la mi copertura per niente.Aveva deciso. Voleva una certezza.
-Di un po'- esordì,
-come faccio a sapere io di cosa esattamente tu hai bisogno? Ti aiuterei volentieri, ma..-..ma come faccio a fidarmi di te? completò il suo pensiero. Non era sua intenzione dirlo ad alta voce, ma una persona empatica forse avrebbe intuito cosa la turbava.
Ahaha così ti facilito il compito e metto alla prova il tuo potere personale
sono curiosa di vedere come lo userai!