» Forbidden Seamair GDR

Reportage.

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» Morning*Star
view post Posted on 2/4/2013, 15:35




Inis Mór era un piccolo isolotto antico a pochi km dalla costa. Ormai abbandonato da secoli, i suoi unici abitanti erano gli uccelli e le onde che si infrangevano sugli scogli.
Alba l'aveva raggiunto in volo, ovviamente. Atterrò su un cumulo di macerie che un tempo costituiva, immaginò, il muro esterno del vecchio castello e si sedette con le gambe a penzoloni.
Non era mai stata lì prima d'ora e quel luogo aveva qualcosa in sè di veramente affascinante, di magico e surreale, quasi fosse sprofondato in un'epoca tutta sua, completamente distante dalle macchine e dalle luci delle insegne a pochi km di distanza. Il silenzio l'avvolgeva, rotto soltanto dal rumore del mare e dallo starnazzare dei corvi che volavano alti nel cielo, suoi amici.
Non si sarebbe detto che quello un tempo fosse un meraviglioso castello colmo di vita e di ricchezze: non erano rimasti che cumuli di rocce e pietre rossicce, alcuni muri erano stati dipinti dai vandali e in un angolo si potevano notare i resti di un recente falò. Eppure, tutta quella decadenza e quella desolazione era affascinante. Era selvaggia. Era la natura che aveva preso possesso del castello, era l'edera che si era arrampicata con noncuranza sull'unica torre ancora in piedi, era l'erba cresciuta un po' ovunque, ed erano fiori selvatici dai colori sgargianti che spuntavano tra i mattoni.
Alba era giunta fin lì con uno scopo preciso, e non era certo osservare i sassi. Si alzò e ritrasse le magnifiche ali dentro la schiena. Dalla borsa a tracolla di pelle estrasse una vecchia macchina fotografica a rullini.
Aveva almeno 50 anni ed era una vera rarità per collezionisti ed Alba era una di loro. Nella sua casa "per umani" dove accoglieva clienti e conoscenti senza le ali aveva una vera e propria collezione da intenditori, nonchè una camera oscura, ovviamente. Non avrebbe mai lasciato i suoi negativi nelle mani di sconosciuti.
Sorridendo, iniziò a scattare. Fotografava con molta calma e dedizione, immergendosi nell'ambiente a lei circostante. Fotografava i fiori impigliati tra le rocce, i cumuli di mattoni pericolanti, la vecchia torre a picco sul mare. Di tanto in tanto, un corvo le passava vicino, quasi a voler salutare L'Astris Sanctum. Ma loro non amavano farsi immortalare, così l'angelo li lasciò in pace.
Il rullino terminò.
Alba ripose con soddisfazione la Nikon nella borsa: il cliente sarebbe stato sicuramente soddisfatto del quadro per il salotto che le aveva commissionato.
Una folata leggera di vento le scompigliò i capelli, e sorrise. Il vento era il suo elemento, suo amico e messaggero. Spesso aveva fiutato, in passato, pericoli e insidie nell'aria ma ora aveva la certezza che tutto stesse andando meglio. Nessuno dei suoi Reatha era in pericolo in quel momento, e nemmeno il suo protectum.
Poteva concedersi un, raro, momento di relax tutto per lei. Si addentrò nella sterpaglia fino a raggiungere la cresta della collina, che terminava a picco sul mare.
Era uno spettacolo da togliere il fiato a quell'ora del giorno, con il sole che sembrava una grossa palla gialla. Erano circa le 15.
Spiegò le ali, meravigliose piume rosse e oro e si gettò giù dalla collina, planando solo a pochi centimetri dall'acqua, alcuni spruzzi sul viso.
Fenice degna di quella definizione, volò per alcuni minuti per poi sedersi su una roccia a bordo del mare, proprio ai piedi della collina. C'era una striscia sottilissima di sassi e sabbia laggiù, e un sentiero troppo irto per un umano per tornare alle rovine.
La lunga veste rossa le fasciava il corpo e finiva svolazzando ai suoi piedi, umida in alcuni punti. La borsa era ancora stretta al suo corpo, intatta.
Il Reatha dal piumaggio fiammeggiante chiuse gli occhi per un secondo, beandosi di quella sensazione positiva che permeava le sue membra.
 
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Landslide
view post Posted on 2/4/2013, 19:46




Ero per le vie della città, il sole delle tre splendeva alto nel cielo, era bellissimo, i suoi caldi raggi accarezzavano il mio viso facendo sentire il caldo della timida primavera irlandese. Le strade erano chiassose, e stracolme di gente che si disperdevano nelle vie del centro per guardare le vetrine. Camminavo lento con la musica nelle orecchie grazie al mio i-pod, era una canzone molto tranquilla, parlava di una coppia in rottura dal loro fidanzamento, era una giornata un po malinconica, mentre passeggiavo il mio sguardo fu rapito da una pasticceria che non avevo mai visto. Entrai, il campanello sopra il portone emise un dolce suono, ma la cosa che mi colpì fu il buonissimo profumo delle leccornie, mi diressi verso il bancone e comprai un Apple Barley Pudding, pagai e usci da quello stupendo negozio, mentre mangiavo quella delizia irlandese, mi accorsi di essere uscito dalle vie centrali e che costeggiavo il mare in una stradina, il forte richiamo delle onde che si infrangevano sulla costa mi chiamava, dovevo tuffarmi era uno stimolo magico, erano ormai due giorni che non mi immergevo nelle cristalline acque irlandesi.
Senza pensarci due volte finì il dolce e mi tuffai in acqua, non appena entrai nel mare mi mutai, al posto delle gambe una bellissima pinna verde si formò e i vestiti sparirono, ora ero nella mia vera essenza, nuotai verso le profondità della costa, era tutto così bello i pesci che mi nuotavano intorno, i capelli che fluttuavano nell' acqua. Mi allontanai dalla costa dovevo esplorare al meglio il luogo, c' erano un sacco di posti stracolmi di mistero ed erano così affascinanti, nuotai per circa un centinaio di metri e notai un isolotto, lo circondai nuotando, non era molto grande chissà com' era visto da sopra, cercando di non farmi vedere feci capolino facendo uscire la mia testa, fino agli occhi, fuori dall' acqua. Appena mi fu possibile vedere una stupenda creatura mi si parò d' avanti, un' angelo era bellissima le sue ali erano magnifiche rosse e dorate sembravano quelle di una fenice, e quel vestito rosso... Wow era una donna da capogiro, potevo rimanere a guardarla per ore. Ero deciso ad andare sulla terra ferma a parlarle, mi immersi in acqua facendo ben vedere la mia coda, e dopo essere andato un po affondo presi la rincorsa e nuotando a più non posso verso la superficie spiccai un salto con i quale riuscii ad arrivare sulla terra ferma, durante il balzo mi ritrasformai, in un ragazzo. Atterrato sugli scogli fortunatamente senza danni gravi, iniziai un normale discorso non ho mai visto una rarità come te, io sono Zéphyros Gale

Edited by Landslide - 3/4/2013, 12:17
 
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» Morning*Star
view post Posted on 4/4/2013, 16:13




Aprì gli occhi di colpo, appena in tempo per vedere qualcosa colpire con violenza la superficie dell'acqua.
Non lo vide abbastanza a lungo per poterne distinguere il colore e la forma, ma sembrava la coda di un delfino..o di una creatura magica.
Quel pomeriggio Alba avrebbe avuto ompagnia. Si chiese se fosse il caso di ritrarre le ali color del fuoco e mostrarsi come una semplice umana, ma dopotutto non aveva niente da temere in quel momento ed era pronta a possibili attacchi.
Così, semplicemente attese qualche secondo fino a vedere la sagoma di un tritone sbucare dall'acqua con forza e atterrare incolume su uno scoglio poco lontano da lei.
Chiaramente, stava mettendo in mostra le sue doti di nuotatore provetto e questo le ricordò come anche i giovani Reatha si sfidavano sfrecciando nel cielo e rischiando molto spesso, da incoscienti, di farsi vedere dagli umani. Per fortuna quest'utlimi, quando li vedevano da lontano, li scambiavano facilmente per aquile o grossi uccelli. Probabilmente, come all'inizio lei stessa aveva fatto, avrebbero scambiato il tritone per un delfino o un cetaceo qualunque.
Nel momento in cui il corpo del tritone sfiorò l'aria uscendo dall'acqua si ritrasformò in un normalissimo ragazzo.
Non lo aveva mai visto prima.
CITAZIONE
Non ho mai visto una rarità come te, io sono Zéphyros Gale.

Sorrise per quel buffo approccio, effettivamente, nemmeno lei aveva visto molte sirene in vita sua.
Un po' spericolato..ma non male. Non hai mai visto un Reatha?
Gli rispose.
Non aveva intenzione di rivelare del tutto la sua identità, almeno per il momento. Non sapeva quanto fosse il pericolo, su quell'isolotto, ne chi si trovasse di fianco..non si poteva mai sapere, comunque. La Fenice era sempre molto accorta, forse un po' troppo, soprattutto quando si parlava di relazioni interpersonali e di persone. Poteva affermare di non avere amici, e in cuor suo era quasi certa che anche nella sua precedente esistenza era stato così.
Accavallò le gambe e si presentò, con tono cordiale ma al contempo distaccato.
Sono Alba.
 
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Landslide
view post Posted on 6/4/2013, 18:10




CITAZIONE
Un po' spericolato..ma non male. Non hai mai visto un Reatha?

no era per me la prima volta difronte a cotanta bellezza era eccezionale. Le sue ali quasi splendevano ero immerso nella sua bellezza che risposi un balbettante,
n...no
non mi ero neanche preoccupato del mio salto riuscito inspiegabilmente bene, dovevo stupirmi da solo.
Grazie si sono abbastanza spericolato a volte anche imbranato
sorrisi con un grande sorriso smagliante. La reatha accavallò le gambe in un modo così elegante, sembrava una regina anzi era la regina di tutti i reatha era troppo affascinante per non esserlo.
CITAZIONE
Sono Alba.

Non c' è nome più appropriato per te.
Mi ero preso la licenza di darle del tu, ma sembrava avere solo pochi anni in più di me.
Sei una fotografa?? io adoro le foto ma non sono capace neanche un po potrei vederne qualcuna? e indicai la borsa nella quale aveva riposto la macchinetta fotografica
 
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3 replies since 2/4/2013, 15:35   53 views
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