Paesaggio incantato

Stava calando il sole. L'aria, in quel periodo dell'anno già molto fredda, sarebbe di lì a poco diventata gelida.
Chiyo tuttavia non se ne andò. Prima, voleva fermarsi ad ammirare le stelle, e prima ancora, il tramonto sul mare. Vedere come il l'astro infuocato tingeva di rosso le onde era una delle cose positive dell'abitare su un'isola. In fondo, l'Irlanda era molto piccola, rispetto ad altri luoghi dove aveva provato a vivere.
In poche ore la si attraversa tutta.
In poche ore, se avesse voluto, sarebbe potuta tornare a casa sua.
No.
Casa sua era lì, adesso. A Galway. Dove aveva un compito. Dove c'era anche la sua senpai, e la sua unica certezza.
Camminò lungo il bordo della scogliera, gettando qualche sguardo verso le onde che vi si infrangevano, e respirò a fondo l'aria marina che portava il vento.
Non sarebbe mai tornata al suo villaggio di origine. Per cosa ormai? La sua famiglia era di certo morta da tempo. Cosa doveva andare a vedere? Le loro lapidi, forse? Perché infliggersi un dolore, se poteva risparmiarselo? Soprattutto, perché pensarci adesso? Scosse la testa chiudendo gli occhi e accantonò le memorie.
Alzò gli occhi vesro l'orizzonte.
Ecco, ora il mare e il cielo si fondevano.
Se il mare non avesse avuto la schiuma, forse non si sarebbe potuto distinguere la distesa infoucata del cielo da quella dell'oceano rosso.
La strega continuò a camminare, fino a quando la scogliera non si abbassò fino a raggiungere la baia. Allora, udì un canto meraviglioso. La sinfonia del mare era la sua orchestra, e la natura il suo spartito.
Non poteva essere un canto umano, era troppo bello, troppo...magico. Senza neanche accorgersene, Chiyo si era avvicinata alla fonte del canto, ma ora non vedeva nessuno.
Si guardò intorno. La spiaggia era vuota.
Poi notò, con la coda dell'occhio, un grande albero lì vicino, con sopra qualcosa che si muoveva.
Che animal..un momento, non è un animale.
Osservò meglio: era una ragazza, dai lunghi capelli neri e il viso fine illuminato da un bel sorriso, che ammirava il tramonto incantata.
Chiyo sbatté le palpebre.
Quella ragazza dimostrava circa vent'anni, eppure era seduta su un ramo dell'albero, allegra come una ragazzina. Cioé, stava facendo le stesse cose che avrebbe fatto Chiyo.
Non poteva assolutamente essere normale.

La ragazza stramba continuò a cantare ancora un po', e Chiyo non poté fare a meno di ascoltare. Come fuggire una melodia così pura? Nessun umano avrebbe potuto realizzarne una così magica senza l'aiuto di strumenti. Nessun umano si sarebbe potuto allontanare senza ascoltarla.
Tuttavia Chiyo non era una semplice umana. Lei era una strega, e un'Occulta. Poteva resistere alle melodie stregate del popolo fatato, ma era comunque rimasta per il piacere di ascoltare, e perché facendolo avrebbe capito di più sulla creatura che le stava di fronte. Nondimeno, era curiosa, com'è giusto che un'Occulta sia.
Finalmente la ragazza si accorse di lei, e la fissò sorpresa negli occhi. Al che, smise di cantare e saltellò con grazia fino al ramo più basso, per poi balzare leggera a terra.
Si avvicinò, e Chiyo mantenne uno stato di all'erta.
Non era una persona normale, la sua esperienza, il suo istinto e il canto di poco prima glielo dicevano. Non sapeva cosa poteva aspettarsi, le creature del Seamair , come le Streghe e i Reatha, reagiscono in maniera imprevedibile quando vengono sorpresi nel loro attimo magico.

Ci mancò poco che Chiyo rimanesse a bocca aperta.
Alla faccia dell'imprevedibile! Mi aspettavo che mi attaccasse o qualcosa del genere, non certo che volesse fare conoscenza! Uff...che sollievo. Beh, tanto meglio, non avevo voglia di battermi, stasera.
Dopo il primo momento di sconcerto, in cui non aveva potuto evitare di guardarla un po' di traverso, la piccola strega recuperò la sua aria da bambina spensierata.
-Ciao! Io sono Chiyo!- sorrise allegra, accennando un saluto con la mano.
-Anche tu sei qui per guardare il tramonto?- chiese innocentemente, come solo una bambina può fare, un po' per fare conversazione, un po' per capire che creatura fosse quella strana Teti.
Teti...non è una divinità greca del mare?, si chiese. Osservò meglio il viso della ragazza, presa da un'intuizione improvvisa: quella ragazza poteva davvero essere una sirena come la sua senpai?

Che cosa buffa! Chiyo non l'avrebbe mai sospettato, ma quella tipa stava mostrando di avere comportamenti molto simili ai suoi! Erano poche le persone a salutare e parlare così disinvolte con una sconosciuta; a Chiyo tutto ciò era perdonato grazie alle sue fattezze da bambina, ma quella ragazza rischiava veramente di essere presa per eccentrica in una società di umani! Che avesse già intuito che non si trovava di fronte a una normale ragazzina? Ma da cosa lo aveva capito?
Chiyo era curiosa. Si sentì nettamente in svantaggio in quel momento, ma fu la sensazione breve di un attimo. Dopotutto, conversando avrebbe potuto capire qualcosa di più anche lei. Prima di tutto, chi era davvero quella ragazza?
Alle parole di Teti, La strega gettò un altro sguardo al cielo, come a confermare le parole di Teti. Era vero, era talmente bello che era difficile staccarvi gli occhi. Di lì a poco sarebbe scesa la notte, e le stelle, così lontane dalla città, avrebbero potuto rifulgere più bianche nel cielo scuro.

La domanda la colse un po' alla sprovvista, forse perché non sembrava centrare molto; forse però Teti aveva solo seguito il flusso dei propri pensieri.
Si voltò di nuovo verso di lei e sorrise.
-Non molto in realtà.- ammise, anche se non voleva esporsi troppo. Prima, voleva capire se l'altra costitueva un pericolo, una minaccia, un'alleata, una curiosa indiscreta. Insomma, prima preferiva conoscerla meglio. Ed era un atteggiamento strano, da parte di Chiyo, Chissà, forse si era solo messo in moto il sistema di autodifesa della sua identità, Siorai, Arcistrega e Capo Classe degli Occulti.
-E tu?- domandò a getto, prima che l'altra potesse chiederle qualcos'altro, -Tu da quanto tempo conosci Galway?-

Allora è così estroversa solo perché vuole conoscere gente?
Beh, anche per Chiyo in fondo quella era una buona occasione per conoscere una creatura magica!
Allargò il sorriso.
-Davvero? Allora se ti va ti farò un po' da guida!-
Si allontanò saltellando verso la spiaggetta e indicò a sinistra, dalla parte vesro cui era arrivata.
-Da quella parte ci sono i cottage residenziali. Più in fondo si trova un dance pub...- si voltò e indicò alle spalle di Teti. -Se prosegui per questa strada e giri per di là, raggiungi il Merlin Park. Da quelle parti c'è anche il cimitero...credo.- aggiunse, assumendo un'aria perplessa e dubbiosa. D'altronde, non poteva pretendere troppo da se stessa! Era già tanto che si fosse ricordata quei particolari...anche se non era affatto sicura di aver dato le indicazioni giuste. Come al solito.
Scrollò le spalle. Il sole era tramontato del tutto, ora. Gli ultimi bagliori arancioni si depositarono sul mare scuro, per finirne poi inghiottiti in breve tempo. Era il momento della notte, ora. La strega alzò gli occhi, tornando a girarsi verso l'orizzonte. Aspettava che anche le altre stelle bucassero, con la loro luce, il velo notturno del cielo. Già una si intravedeva, anche se Chiyo sapeva bene che non si trattava di una stella, ma del pianeta Venere.
Le stelle...chissà perché alcune cadono sulla Terra., si chiese, pensando ai Reatha. Il ricordo di Alba giunse piano, come il retrogusto di una bibita amara, ma la strega se lo aspettava. Fece un sorriso triste, sperando che Teti non se ne accorgesse. Dalla morte dell'Owl, Chiyo, ogni volta che guardava il cielo stellato, si chiedava se mai fosse tornata lassù, invece di esplodere come sembrava aver fatto, in quella cripta di New York...
Ma era passato del tempo, ormai. Ora era a Galway, e non a New York. Quella città era in parte sotto la sua responsabilità.
Infatti, non era solo per ammirare il cielo che Siorai si era incamminata sulla scogliera. Voleva provare una cosa, un esperimento. L'evocazione di due rune...chissà se poteva funzionare su una città?

Sulla baia era sceso il silenzio, ma fu solo dopo un bel po' che Chiyo se ne accorse, immersa com'era nei ricordi. Si voltò sorpresa verso Teti: sembrava anche lei assorbita da chissà quali pensieri, con gli occhi che vagavano senza meta nel cielo scuro. A cosa stava mai pensando? Chiyo se lo chiese ma preferì non porle direttamente la domanda. Per quanto simili, si erano appena conosciute. Ogni creatura magica ha dei segreti che si porta dietro... la strega lo sapeva benissimo, lei, che ancora alla sua senpai non aveva spiegato nulla.
Però quel silenzio si stava protraendo per anche troppo tempo, e Chiyo voleva sapere subito se avrebbe potuto contare su un aiuto o no per l'evocazione che aveva in mente. Ergo, avrebbe dovuto avere la certezza che quella ragazza stravagante fosse una creatura magica.
Come? Difficile a dirsi. Ma di certo rimanendo in silenzio non avrebbe combinato nulla.
-Tutto bene?- si decise a chiedere. Nel frattempo, nella sua mente da Occulta stavano già prendendo forma diverse idee per costringere l'identità di Teti allo scoperto.
Vediamo...dunque. Se è una Selkies, e la butto in acqua, dovrei capirlo subito no? -Ah no aspetta se è un'Idrade non si trasforma mica - Oppure magari è una Sidhe...gli unici esseri a cantare così bene sono Sidhe e Selkies, non ci piove. Piove...
...Pioggia! Se le chiedessi di fare una danza della pioggia pioverebbe, se è un'Idrade!
...No, che idea stupida. Uhmm, la spavento a morte per farmelo dire in faccia chiaro e tondo? No, non è abbastanza divertente - e poi non ho voglia di avere grane in futuro.
Vediamo vediamo...Se si taglia il suo sangue dovrebbe essere - di che colore dovrebbe essere? - beh di certo non rosso...
Tutti questi ragionamenti astrusi nel tempo di una domanda, e dell'eventuale risposta.

Quindi significa che il mare è importante per lei? Sono davanti a una sirena?
...No, troppo semplice. Il "mare" è qualcosa davanti a cui milioni di persone si incanterebbero... Tanto più che qui in Irlanda è davvero bello.
Chiyo sospirò. Non aveva neanche la certezza che quella ragazza magica lo fosse davvero. Stava cercando qualcosa di troppo vago, come la spuma sulle onde che si infrangevano sotto i suoi occhi sulle rocce della baia.
Però la risposta la fece un po' sorridere.
-Beh, non hai torto. Il mare è il mare, e quaggiù si riescono a vedere anche le stelle. E' proprio un bello spettacolo.- disse.
Era vero: lontano dalla città, le luci degli edifici non oscuravano la flebile luce delle stelle, che risplendevano ormai per tutto il telo notturno. L'acqua dell'oceano, scura quanto il cielo, ne catturava i riflessi argentei.
Sospirò di nuovo.
-Si dice che le prime forme di vita vennero dal mare...- disse, in realtà senza un vero motivo, forse solo per evitare che cadesse di nuovo il silenzio. Poi però quelle stesse parole le fecero venire in mente qualcosa, e il suo sorriso si illuminò di nuovo.
-Ti chiami Teti, giusto? Teti era una divinità greca del mare, no? Come mai ti chiami così?-
Poteva essere che Teti sarebbe stata presa alla sprovvista dalla raffica di domande, ma era anche vero che l'aspetto di Chiyo giustificava quel suo comportamento infantile. L'altra faccia della medaglia era che, a quell'ora tarda, una ragazzina come lei che se ne andava in giro per la scogliera da sola poteva risultare quanto mai sospetto. Chiyo sapeva di avere poco tempo, per scoprire che cosa fosse Teti.
Incrociò mentalmente le dita.

Chiyo si era aspettata di tutto. Sicuramente però non si era aspettata le parole della ragazza.

La situazione era troppo assurda perché il vero significato della risposta potesse essere afferrato subito. Chiyo si trovò ad annuire un secondo, prima di capire veramente cose le era appena stato rivelato. A quel punto, spalancò gli occhi e rimase a bocca aperta.
Ma...ma...
Una confessione piena! E lei le aveva appena chiesto il nome! Non avrebbe mai osato sperare che le venisse rivelata così l'identità magica di Teti. Eppure, a guardarla bene, quella era la risposta giusta alla domanda di Chiyo: quale nome più azzeccato di "Teti", per una Selkies?
Dall'espressione della ragazza, comunque, sembrava che non si aspettasse nemmeno lei di pronunciare quella confessione: si era paralizzata, pareva quasi voler sprofondare nel terreno, o sfumare nel vento come la spuma delle onde sotto di loro.
Infine, dopo un buon minuto di silenzio attonito, Chiyo riuscì a ricongiungersi con il suo cervello.
-Oh.- disse (ancora non era in grado di formulare una frase di senso compiuto), mentre riprendeva a ragionare a ritmo febbrile.
E...adesso? Cosa dovrei dirle adesso? "Grazie, volevo sapere proprio questo in realtà!"..? Meglio di no.
La ragazza si era rivelata di sua spontanea volontà, anche se adesso non aveva un'aria troppo tranquilla. Forse aveva paura che Chiyo la prendesse per matta, o peggio, che la credesse un mostro e decidesse di attaccarla o farle del male.
Osservando la situazione da questo punto di vista, Teti le parve quanto mai vulnerabile, e si sentì quasi in colpa per aver provocato quella strana reazione.
Forse avrebbe dovuto rassicurarla. Per una volta, in effetti, non intendeva fare del male a nessuno! Aveva solo bisogno di una mano per un'evocazione!
Beh, almeno adesso posso verificare senza timore se è fattibile o no.
A questo punto, alla strega conveniva rivelare anche lei di essere magica. Se non altro, per tranquillizzare Teti. Una creatura magica spaventata non le sarebbe stata di grande aiuto, altrimenti.
Si schiarì la voce (dopo aver finalmente richiuso la bocca) e accennò un risolino per spezzare la tensione.
-Eheh. Ah..ah sì? Beh non ti preoccupare allora! Io sono una strega!- disse, con il sorriso più largo che riuscì a fare.
Non poteva immaginare che forse questa risposta avrebbe fatto preoccupare Teti ancora di più.