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Il Cottage di Chiyo Siorai Connor

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view post Posted on 19/10/2011, 22:36
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Il sole calava su un altro giorno di Galway e si immergeva poco lontano, nel Mare d’Irlanda. Dai cottages, che non distavano molto dalla spiaggia, era possibile ammirare i meravigliosi colori del cielo al tramonto.
L’aria si stava rinfrescando, constatò Siorai, perciò decise di entrare in casa. Il su cottage era come tanti altri all’esterno, muro bianco e squadrato tetto grigio, ma all’interno…forse non lo si poteva definire “normale”.
D’altronde, era organizzato in stile “Chiyo”.
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La strega si stiracchiò allegramente, mentre si avviava sul sentierino di ciottoli. La sua casa era sì simile alle altre, ma era distante da esse, era più vicina alla scogliera, sotto le cui rocce si estendeva la spiaggia, e per questo era spesso sferzata dal vento dell’oceano Atlantico. E Siorai amava il vento.
Abbassò la maniglia; entrando, si tolse le scarpe con un agile calcio e le abbandonò accanto all'entrata. Quindi si arrampicò sul muretto alla sua sinistra.
Perdonate l'orrore...con paint non sono riuscita a fare di meglio :P
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Una delle tante stranezze di quella casa era la presenza di tutti quei superflui muretti dalla marmorea superficie grigia, che quasi dividevano l’ampio soggiorno. Chiyo adorava salirci sopra e camminare lassù anziché sul pavimento come ogni persona normale.
Ma tanto Chiyo non era normale.
Si stiracchiò di nuovo, godendosi soddisfatta la vista del salotto dalla sua posizione sopra elevata: da lì vedeva tutta la stanza. Sotto di lei, per cominciare, alla sua sinistra c'era un divano lungo, morbido, cosparso di cuscini, che affollavano anche il pavimento coperto dal tappeto. Un'altra particolarità di quella casa era la grande quantità di tappeti che quasi impedivano di scorgere, al di sotto di essi, le piastrelle bianche del pavimento.
Di fronte al divano una TV a schermo piatto, non molto grande, faceva la sua bella figura nello scompartimento apposito di una credenza. Dalla parte opposta, ovvero alle sue spalle, il corridoio d’entrata continuava per altri tre metri, per poi terminare con una botola, nascosta da uno dei tanti tappeti. Sotto quella botola c’era una scala, e con essa un passaggio segreto per la scogliera, una minuscola caverna al livello del mare raggiungibile solo grazie a quel passaggio; lì c’era una piccola barca che Siorai usava quando doveva andare ai ritrovi della sua Razza, la notte. Insomma, si può dire che quella caverna era un po’ come il suo “garage”…
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Chiyo proseguì, svoltando a sinistra alla biforcazione del muretto: di fronte a sé poteva osservare l'angolo cottura, una bella cucina a vista con i mobili in legno chiaro e le superfici in marmo. Davanti al bancone c’era una sedia alta, come quelle dei bar, ed era quella che Siorai usava per fare colazione. Appena sveglia, aveva voglia solo di quella, quindi era giusto che la scala, che portava alla camera da letto, appunto, e alle altre stanze di sopra, terminasse davanti alla seggiola, no?
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Come chiunque avrebbe fatto caso, non c’era nessun tavolo. Infatti Siorai non lo usava: preferiva mangiare stando seduta sul muretto o al bancone della cucina. Nel vecchio appartamento di New York lo aveva, ma le sedie erano costantemente ribaltate a gambe all’aria. Chiyo rise del proprio disordine: ogni volta che soffiava vento spalancava tutte le finestre, così che tutto ciò che era in piedi veniva inevitabilmente capovolto o scaraventato a terra, ma lei non si preoccupava mai di rimettere le cose al loro posto. Lo faceva anche qua a Galway: amava spalancare la grande porta finestra ad angolo, che aveva una bellissima visuale sul prato incolto e sulla scogliera. Questa volta però aveva pensato bene di non comprare nessun tavolo.
Si fermò, indecisa sul da farsi. Mangiare adesso o più tardi? Mmmm. Meglio più tardi, forse.
Tornò indietro e fece un tranquillo, agile salto verso sinistra, atterrando sull’altro muretto, quello che delimitava la cuccetta del suo animale domestico. È chiaro che Chiyo non potesse avere un comunissimo gatto, per il semplice fatto che lei era Chiyo. Infatti aveva un leone. Balthazar, detto Bal. Era un leone di dimensioni piccole per la media, e le era stato donato da cucciolo da una tribù indigena dell’Africa. Era “magico” ma solo perché poteva sopportare qualsiasi temperatura, altrimenti in Irlanda non sarebbe sopravvissuto a lungo. Nel suo angolo, Siorai aveva concentrato numerosi cuscini, un paio di materassi e un tronco da mordere e graffiare. Il suo spazio si apriva sulla porta finestra, così Bal poteva uscire quando voleva. Siorai si avvicinò cauta: sotto di lei, chiuso tra tre muretti e il muro, Bal dormiva della grossa, raggomitolato su se stesso. Si concesse un sorriso intenerito mentre gli grattava dietro le orecchie e gli accarezzava la folta criniera, quindi si rialzò e scese dal muretto, dirigendosi verso la scala. Sbucò al piano di sopra, davanti al suo piccolo piano. Si accorse subito che doveva già accendere le luci: quell’angolo della casa era sempre illuminato, di giorno, perché era accanto al grande finestrone che dava sul balcone, ma adesso, col sole tramontato, si faceva già fatica a vedere. Tuttavia
alla strega piaceva quell'oscurità: voltandosi, le sembrò quasi che il corridoio fosse più lungo, anche se lei lo conosceva bene: a sinistra c'era la porta del bagno, dotato anch'esso di un muretto per dividere la vasca idromassaggio dal resto del bagno.
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Più avanti, invece...
...Non c'erano finestre ed era completamente buio, ma Siorai sapeva che in fondo, svoltando a sinistra, avrebbe trovato la scala che portava alla sua soffitta, e più avanti, ancora a sinistra, un vicolo cieco se non per gli occhi di chi quel posto lo conosceva davvero come le proprie tasche: una finestra, praticamente invisibile al buio, coperta da una tendina nera, si affacciava sopra un muretto che non aveva nessun altro scopo se non quello di permettere di raggiungere la finestra stessa.
Pensandoci, Siorai non poté fare a meno di sorridere con un ghigno. Il suo Antro. Un'occhiata non gliela negava nessuno. A dir la verità, faceva fatica a starci lontana quando era in casa.
Lo raggiunse in un attimo, sempre al buio, si arrampicò sul muretto e s’infilò nell’apertura della finestra. Si voltò quindi a fronteggiare quello che aveva l’aria di essere un piccolo studio, completamente diverso dal resto della casa: le piastrelle grigie, fredde e di pietra, erano dolcemente illuminate dal fuocherello che, ancora acceso, ardeva nel caminetto sulla destra.
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Accanto ad esso, nel muro, l'unica finestra era dotata di sbarre; di fronte alla finestra stava una poltrona di velluto rosso con un tavolino da tè. Chiyo scese dal muretto, godendosi il calore del fuoco e l'odore della carta e dell'incenso; si voltò un attimo a sinistra, osservando i tomi polverosi di magia raccolti nella libreria in legno scuro, e sospirò. Prima di andare a dormire, se ne sarebbe letta volentieri un paio.
Ma perché il caminetto era acceso?
Si voltò dall'altra parte: il calderone nero si ergeva sopra uno degli scaffali, accanto a diverse fialette, dunque nulla stava bollendo; il caminetto non aveva motivo di stare acceso.
La sua solita sbadataggine.
Avanzò di qualche passo, sostando un momento accanto alla sua scrivania di ebano nero, accarezzandone la superficie polverosa con un gesto affettuoso. Spense il fuoco, non voleva sprecare troppa legna, poi decise di andare in soffitta a controllare che ce ne fosse ancora. Così uscì dal suo antro e salì le scale in fondo al corridoio. La sua testolina bionda sbucò dal pavimento in travi di legno della soffitta.
Si issò fuori e si guardò intorno, nel buio completo. Dov'erano i tronchetti? Sapeva che davanti a lei, su un tappeto circolare, c'era il tavolino rotondo per la sfera di cristallo con davanti un pouff di velluto rosso, e che, disposti in ordine lungo il lato lungo della stanza, quattro scaffali mettevano in mostra una raccolta di pietre, cristalli, incensi e pozioni complete; accanto all'ultimo, si ergeva silenzioso e inquietante un vecchio armadio nero, dove aveva deciso di custodire i suoi...ehm, souvenir di battaglia.
Nell'angolino tra l'armadio e lo scaffale, c'erano i tronchetti ammonticchiati uno sull'altro in ordine sparso.
Mmm, per un paio di giorni basteranno, poi dovrò andare a raccoglierne un po', valutò pensierosa.
Tornò verso la botola, ma passando accanto ai cassettoni soffiò via la polvere dai cristalli e raccolse quattro bastoncini d'incenso.
Quindi ridiscese le scale e si diresse verso la camera, cioè l'ultima stanza del corridoio.
La sua camera. Unica nel suo genere.
Se non si era abituati alle stranezze di Chiyo, al primo impatto si poteva un po' rimanere pietrificati dalla perplessità e cominciare a porsi domande inutili del tipo: “Dov'è il pavimento? O perché il letto sembra Moby Dick? E perché ci sono così tanti cuscini sparsi a terra?”
Sì, ecco, insomma, un po' tanto perplessi.
Il pavimento, ad ogni modo, era totalmente coperto dai numerosi tappeti azzurri, rosa e blu, e al centro della stanza sostava sornione un letto enorme, dal morbido piumone blu e bianco e dall'aria molto, molto soffice; una persona non abituata a dormirci sopra avrebbe potuto venirne risucchiata! Di fronte al letto c'era il secondo camino della casa. Il tappeto lì davanti era cosparso di cuscini colorati.
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Finalmente!
Non sapeva dire perché, ma era stanca e aveva solo voglia di riposare. Prese dal comodino un porta-incenso, dove incastrò il primo dei bastoncini che teneva in mano. Lo accese facendo scorrere una scintilla di elettricità sul dito. Respirò contenta la prima sbuffata di fumo al sandalo, quindi accese il caminetto con lo stesso procedimento.
Poi, soddisfatta, si buttò sul letto e si addormentò.

Edited by Eredel - 12/2/2012, 00:14
 
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Ailisha
view post Posted on 12/11/2011, 20:54




Si vedeva gia che sarebbe stata una bella e tiepida giornata autunnale,il sole appena sorto illuminava tutto ciò che i suoi freddi raggi riuscivano a raggiungere, il tappeto verde e rosso nei giardini sembrava cosparso di piccoli brillanti. Era uno degli ultimi scoppi di vitalità prima del gelo invernale, era una di quelle tipiche giornate in cui non si poteva stare fermi chiusi in casa oppure andare in ufficio era veramente una tortura. Nemmeno io ero riuscita a starmene in casa, o peggio a stare ferma per almeno 5 secondi consecutivi. Questa volta però la mia irrequietezza non era dovuta al tempo. Quella sera ci sarebbe stato il mio primo spettacolo al pub.
Nel pomeriggio mi dovevo incontrare con Gisel, l’altra ballerina, per gli ultimi accorgimenti.
Ma che fare nella mattinata? Dopo aver provato minimo un migliaio di volte la mia parte e facendomi venire altrettanti migliaia di dubbi su quale passo sarebbe andato meglio, mi decisi a uscire per prendermi una boccata d’aria fresca.
Non avevo una direzione precisa quindi decidevo che strade imboccare un po’ a casaccio. Mi accorsi di essere arrivata in un quartiere vicino alle spiagge, l’aria non era più pesante e inodore come quella che caratterizzava il centro urbano, ma il un odore di salsedine e pungeva il mio naso.
In quel quartiere le casette si assomigliavano un po’ tutte quante: muri bianchi, squadrati tetti grigi…. Mi spinsi sulla scogliera dove si trovava un piccolo cottage, molto simile agli altri che avevo visto. “caspita che bella vista che c’è da qui…beato chi ci vive. Ammirare ogni giorno questo paesaggio mozzafiato, in tutta tranquillità senza vicini invadenti che disturbano….” pensai.
Essendo ancora abbastanza presto, il sole era basso all’orizzonte, il cielo e la terra fusi insieme dal grigiore, tentavano di distanziarsi l’un l’altro in una lotta per i colori: Il cielo si era impossessato delle tonalità pastello del violetto, del turchese, del bianco e dell’arancio, la terra invece aveva il rosso fuoco,il verde smeraldo, il marrone, e il giallo.
Trassi un profondo respiro e sciolsi tutti i muscoli…. Che pace… Camminai per un po’ lungo i bordi della scogliera, il vento mi che mi scompigliava i capelli sembrava abbracciarmi e coccolarmi, mi soffiava via la tensione lasciando posto all’intorpidimento. Dopo 3 sbadigli consecutivi decisi di tornare indietro, al piccolo cottage isolato dagli altri. Mi trasformai in fata per sgranchirmi un po’ anche le ali. Mi coprii bene con il mio cappottino mignon e le babbuccette di lana che sembravano due fiocchi di cotone.
“mamma mia che sonno che mi sta venendo…. Alzarsi così presto la mattina è bello ma…appena ti rilassi è la fine” Decisi di trovare un posto un po’ riparato dall’aria. Essendoci solo erba nelle vicinanze optai per il davanzale della finestra dalla quale potevo continuare a guardare l’oceano. Chi abitava in quella casa stava ancora dormendo, quindi non avrei corso molti rischi e poi si trattava di qualche minutino… Gli occhi sempre più pesanti alla fine mi si chiusero. Mi addormentai beatamente.
 
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view post Posted on 16/11/2011, 22:39
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Che ore saranno state? Era da un po' che Chiyo, sepolta sotto il suo enorme piumone e vari strati di cuscini, sentiva questo strano rumore...unghie..? C'era qualcosa che raspava...
Boh, ma che importa...me lo starò sognando...
Chi me lo fa fare, di alzarmi..?
Stava così bene, accoccolata lì sotto! Nella morbidezza del materasso affogavano tutti i pensieri e ogni traccia di possibile stress. Solo, dopo un po' diventava difficile respirare. Allora Chiyo riemergeva, metteva fuori il naso come un ghiro, si voltava due, tre, quattro volte e poi si appallottolava di nuovo nel suo cantuccio. A volte si rivoltava nel letto senza neanche riemergere, tanto che certe mattine si svegliava ai piedi del letto, pur restando sotto le coperte; questo solo grazie alle dimensioni più che abbondanti del letto. Era difficilissimo che si svegliasse la notte, se dormiva lì. Non usava neanche la sveglia, tanto comunque non l'avrebbe sentita...o nel remoto caso in cui ciò fosse malauguratamente accaduto, l'avrebbe fulminata seduta stante, senza pensarci due volte.
Eppure...quel raspare continuo...ad esso si era aggiunto un lieve mugolio...passi felpati...
Offff!
...un tonfo sul materasso, tanto forte da sbalzare via molti cuscini e far sobbalzare la stessa streghetta.
-Ba..a.al..- gemette la suddetta strega, quando il muso del suo leone si intrufolò nel groviglio di coperte a cercarla. Il naso umido, i baffi e il suo continuo annusare la costrinsero ad aprire gli occhi.
Ma come poteva arrabbiarsi davanti all'espressione implorante del suo cucciolone?!
Si aggrappò alla sua criniera e si fece trascinare fuori dal letto, ancora mezza addormentata. Bal voleva qualcosa da lei e non si sarebbe arreso tanto presto.
-C’è luce!- gemette di nuovo Chiyo, serrando le palpebre. Si era dimenticata di tirare le tende, la sera prima.
Perché nelle Isole Britanniche non si usano le persiane…o tapparelle, o come accidenti le chiamano TUTTI gli altri popoli?!
Cercò invano di ancorarsi alle lenzuola coi piedi, ma il leone non demordeva e riuscì a schiodarla dal letto, tirandola anche con i denti, aggrappati delicatamente alla sua camicia da notte, fino fuori dalla camera. Allora Chiyo si diede per vinta e disse con un sospiro: -E va bene, mi alzo…-
Ordinaria amministrazione mattutina. Sospirò di nuovo e si stiracchiò, poi si passò una mano tra i capelli biondi e spettinati. Molto spettinati. A causa di come dormiva, non c’era mai un capello che fosse al suo posto la mattina. Eppure, tutte quelle ciocche davanti al viso, per quanto scomposte, le davano lo stesso un’aria graziosa, accentuata dall’aria assonnata.
-E ora cosa c’è, leone snaturato?-
In effetti Bal si era rimesso a raspare contro la porta del balcone, ora appariva perfettamente chiaro che volesse uscire a prendere un po’ d’aria.
Chiyo barcollò fino alla porta del balcone e gliela spalancò, prendendosi in pieno il getto d’aria fredda. Si tirò subito indietro borbottando. Adesso aveva due opzioni: tornare a dormire, o, dato che ormai era sveglia, scendere a godersi una sostanziosa e meritata prima colazione?
La risposta alla domanda dovette attendere, perché qualcosa stava accadendo sul suo balcone.
 
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Ailisha
view post Posted on 17/11/2011, 00:19




Ripresi coscienza di colpo, ma mantenni gli occhi chiusi e rimasi immobile. Ci misi un po’ a realizzare…Oh cavolo! Mi sono addormentata! Che ore saranno adesso? Ma in quel momento c’era un’altra cosa che in mi preoccupava molto di più C'è qualcosa che non va... Percepivo una presenza proprio di fronte a me e si muoveva…l' ombra passava da destra a sinistra e poi tornava indietro, i passi erano silenziosi ma sentivo il respiro caldo che si avvicinava e allontanava irregolarmente. Aprii piano piano gli occhi. Duo pozzi neri e profondi mi stavano fissando, incorniciati da una pelliccia rossa che si infoltiva sul resto del corpo, dando all’animale quella sua naturale aria maestosa e temibile. La lunga lingua andò a leccarsi baffi. Smise di girarmi intorno, al che cominciai a preoccuparmi sul serio. Mi venne un piccolo groppo alla gola e deglutii rumorosamente. “ Ciao bel micino, come te la passi? Ma sai che sei proprio carino?” Mi alzai in piedi lentamente. Dovevo trovare un modo per mettermi al sicuro, almeno momentaneamente, perché in quel momento ero completamente scoperta, senza difese, in balia delle fauci del leone. L’ideale sarebbe stato volare in alto, sarà pure che i leoni possono saltare molto in alto grazie alla loro forza muscolare, ma di certo non possono volare…. Il problema era batterlo in velocità. C’era il rischio che appena accennassi a spiccare il volo quello mi balzasse addosso e … “non so se hai già fatto colazione, ma ti posso assicurare che non ho un buon sapore e di certo non sono molto sostanziosa, quindi ti proporrei di farci un bel giretto da buoni amici e magari ti compro anche un buon croissant al cioccolato, di sicuro ti piaceranno e certamente i tuoi padroni non te lo danno molto spesso..quindi fatti furbo…” Avevo un sorriso tirato…poi pensai “ma che cavolo sto facendo? Un tranello del genere funzionerebbe benissimo per me,anzi mi ci fionderei, tuttavia potrà anche essere un leone intelligente ma mica mi può capire, .…è vero che la speranza è l’ultima a morire ma cosi mi sembra un po’ troppo… pensa… pensa…e va bene proviamo. Al tre spicco il volo. Uno…due…due e mezzo…tre” Nello stesso istante in cui spiegai le ali, la belva caricò la zampe posteriori, pronte per spiccare il balzo. Non so per quanto a lungo cercai di salvarmi la vita, ma a me parve un’eternità. Spiccai il volo e mi trovai già sotto la pancia del leone, mi spostai di lato, puntando sempre verso il cielo, ma una grossa zampata ad alta velocità mi stava già impedendo la fuga…la schivai ma non avevo tregua perché dopo la prima toccava alla seconda zampa… Andai avanti a schivare zampate provenienti da destra e da sinistra in modo abbastanza regolare, ma non riuscivo a fuggire.Vista da uno spettatore esterno la soluzione sarebbe stata molto semplice perché si poteva osservare i punti in cui l’animale non riusciva a colpire ma io ero troppo concentrata sui colpi per ragionare. . Cominciavo a essere un po’ frastornata, l’adrenalina a mille e poi caso vuole che mi colpì di striscio l’ala. Non mi fece male ma mi catapultò sopra la sua testa, probabilmente non se l’aspettava neanche lui. Caddi sulla sua morbida pelliccia. Afferrai saldamente qualche ciocca per non cadere e ripresi un po’ di fiato mentre l’animale cercava di scrollarmi di dosso. Solo allora mi rilassai un attimo, mi stavo anche quasi divertendo.
 
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view post Posted on 21/11/2011, 23:25
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Chiyo sbatté le palpebre più volte, stropicciandosi gli occhi con le maniche lunghissime della sua camicia da notte lilla, mentre osservava la scena con fare un po' assente. Ci metteva sempre molto a svegliarsi del tutto. In genere succedeva dopo aver fatto colazione, in quel momento, appena alzata, era difficile dire se non si stesse per riaddormentare da un momento all'altro.
Eppure ciò che aveva davanti aveva un che di curioso, e c'era qualcosa nella sua testa che l'avvertiva che non si trattava di un fenomeno ordinario. Sbatté ancora le palpebre, cercando di fare ordine tra i pensieri e di abituarsi alla luce del sole già alto.
Il suo leone era sul terrazzetto, e balzava da una parte all'altra come un coniglio impazzito.
Il suo cervello registrò la scena, ma ci volle un attimo, tra sonno e perplessità, perché Chiyo si ponesse delle domande sensate.
Che accidenti sta facendo adesso?
Protendeva in alto le zampe possenti, affondava i denti nel vuoto...
Sta cercando di acchiappare qualcosa? Cos'è? Una libellula?
...la cosina volante che cercava di acchiapare era troppo veloce perché Chiyo la vedesse con precisione e riusciva in qualche modo a schivare i colpi...
No, forse è una farfalla..Che insetto stupido, potrebbe anche spostarsi da quella direzione, no? Così rimane a bersaglio.
...così Bal ricadeva e menava zampate a destra e a manca, e finalmente con una zampata le sfiorò un'ala, facendola precipitare...
Eh lo dicevo io! Adesso se la mangia, o magari la mordicchierà per un po' e quando si sarà stancato verrà da me a chidermi del cibo vero.
...ma la cosina ebbe la fortuna di atterrare proprio sulla folta criniera di Bal, che si agitò ancora di più; la coda sferzava l'aria.
Vuol dire che è arrabbiato..o vuol dire che è inquieto? Non me lo ricordo mai. No, aspetta, era una cosa tipo che si sta divertendo? Ma allora perché la agita anche quando gliela calpesto? Uhm.
Forse fu il fatto di essere esposta all'aria fredda della mattina, ma in parte il pensiero di Chiyo si era rischiarato. Adesso era proprio curiosa di vedere cosa fosse quell'esserino che sembrava spassarsela tanto in groppa al suo leone. Si avvicinò, schivando alla meglio la coda impazzita del suo famiglio. Si chinò un poco e...
Si svegliò (quasi) del tutto quando scorse una fatina annidata tra i peli rossi di Bal, e sgranò ancora di più gli occhi quando vide con che sorriso si stava dando da fare per non farsi disarcionare. Capacità di ripresa elevatissima, dato che un attimo prima stava per finire sbranata.
-Bal. Calmati un attimo.- intimò. Ora che era (sempre quasi) sveglia, la sua voce aveva un tono più autoritario sul leone; e poi, se continuava a muoversi, non vedeva bene la fatina!
 
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Ailisha
view post Posted on 15/1/2012, 20:26




CITAZIONE
"Bal. Calmati un attimo"

La sua voce mi arrivò da dietro le spalle. Una voce da ragazzina. Il leone smise di agitarsi e io di sballonzolare qua e la.
Ero ancora sdraiata prona,rigida come un pezzo di ghiaccio, con ancora due ciuffi di pelo stretti nei pugni. Girai lentamente la testa, il sorriso che non era ancora svanito da prima, si stirò al massimo , lasciando scoperti tutti i denti bianchi.Gli occhi erano spalancati e le sopracciglia alzate
Immaginati la mia solita faccia da deficente, 32 denti yeah!

"Eccheccavolo! Beccata in pieno da un' umana...e adesso che faccio? Certo che anche lei...che cavolo di animale domestico si tiene...e per di più in Irlanda! pensai.
"eheheh, Hello!...Bello il tuo micio...molto morbido.Si. Caldo. Comodo per queste giornate fredde...ehmm...come va?" Bofonchiai tra il sorriso forzato.
l'ho fatto corto apposta perchè mi piacerebbe vedere cosa scrivi...saprei gia andare avvanti ma non voglio perdermi il divertimento di leggere cosa cio possa pensare, vedendomi....!
 
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view post Posted on 16/1/2012, 23:48
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CITAZIONE
Immaginati la mia solita faccia da deficente, 32 denti yeah!

Ahahahah immagino immagino! XD

Appena udì la voce di Chiyo, la fatina si voltò a guardarla con il tipico sorriso forzato di chi è stato appena colto con le mani nel sacco.
CITAZIONE
"eheheh, Hello!...Bello il tuo micio...molto morbido.Si. Caldo. Comodo per queste giornate fredde...ehmm...come va?"

Chiyo piegò la testa da un lato, un po' per osservare meglio la fatina, un po' perché quella era la sua espressione perplessa preferita.
La fata aveva un viso tondo e un bel sorriso a trentadue denti, di cui la piccola stazza sembrava accentuare i tratti un po' infantili. Eppure Chiyo era sicura che, qualunque età dimostrasse un Sidhe, non bisognava mai fidarsi delle apparenze; un po' come con lei.
Osservò la sua posizione rigida: forse non si stava divertendo così tanto, prima; in effetti, se stringeva ancora un po' quei poveri ciuffi della criniera del leone, glieli avrebbe certamente strappati! Tuttavia il suo atteggiamento poteva anche essere indice di improvviso nervosismo: la strega sapeva, in quel momento, di apparire come una qualunque normale bambina umana. Forse era anche per questo che la piccola Sidhe si stava agitando.
Per il momento però, Chiyo non aveva alcuna intenzione di dichiarare la propria identità per rassicurare la fatina. Perché avrebbe dovuto, in fondo?
Certo che il suo discorso è completamente privo di senso... pensò. D'altra parte, ne fu divertita, e trattenne a fatica un sorrisetto di fronte a quella buffa e minuscola ragazzina.
Infine, si decise. Il divertimento poteva durare molto, molto di più.
-Io sto bene, grazie...tu sei sicura di essere comoda? Vieni Bal, torniamo dentro.- aggiunse senza aspettare risposta. Si voltò e tornò dentro casa, senza però dimenticare di appoggiare una mano sulla testa del leone (precisamente, sopra la fatina), in modo che la creaturina non spiccasse il volo. Una volta dentro, chiuse la porta del balcone e si avviò giù per le scale, sempre tendendo il famiglio per la criniera. Non avrebbe lasciato che la sua nuova fonte di divertimento scappasse via senza il suo permesso. Forse quello era proprio ciò che avrebbe fatto una qualsiasi bambina umana, ragionò: non lasciarsi scappare una novità tanto grossa -seppur piccina! Ma lo spasso stava anche nell'osservare come si sarebbe comportata la Sidhe in una situazione senza via di scamo come quella.
E poi, era ora di fare colazione.
Scese le scale, lasciò infine la presa e si affaccendò attorno ai fornelli: mise l'acqua in un bollitore per il tè, e tirò fuori dalla credenza biscotti, pane, burro, marmellata e cioccolata, disponendoli sul ripiano della cucina. Voltatasi poi verso la fatina, disse: -Hai fame per caso?-
 
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Ailisha
view post Posted on 17/1/2012, 16:48




Mi aspettavo di vedere una faccia stupita, meravigliata, o almeno un po' confusa se non spaventata....per quanto si potesse spaventare una ragazzina vedendomi così innoqua, quando ha per animale domestico un leone.
Invece mi osservò per un attimo, con aria perplessa e la testa leggermente piegata di lato.
Ebbi poco tempo per studiare i suoi giovani tratti: due smeraldi incastonati in un volto angelico ma reso selvaggio da quella lunga chioma bionda e arruffata.
Potei invece analizzare con precisione la mano di porcellana:morbida, ancora tiepida nonostante il freddo ma soprattutto abbastanza grande,nella sua piccolezza, da impedirmi di volar via quando la posò sopra di me.
CITAZIONE
-Io sto bene, grazie...tu sei sicura di essere comoda? Vieni Bal, torniamo dentro.-

Veramente preferirei che togliessi la tua mano e mi lasciassi libera...Se hai intenzione di rinchiudermi in un barattolo di vetro come pezzo da collezione e come qualche volta è successo...beh ti sbagli di grosso... sarò piccola ma i denti fanno comunque male Pensai ma mi limitai a risponderle
"Sisi tutto a posto grazie"
Quando fui trasportata in casa, l'intenzione di non farmi fuggire via era evidente: balcone e finestre furono tutte chiuse rapidamente.
Non avevo paura, sapevo che avrei potuto ritrasformarmi in umana e scappare via, me la sarei cavata in qualche modo se le cose si fossero male. Ma al momento volevo vedere cosa sarebbe successo, quella bambina non sembrava avere poi cattive intenzioni, era davvero un tipetto strano e l'arredamento della casa in cui abitava ne era la conferma.
Quando finalmente fui libera svolazzai sul bordo dell'unica sedia in cucina e camminando avanti e indietro osservai un po meglio l'ambiente: mobili di legno chiaro, il piano cottura e niente tavolo. La mia perplessità aumentò nell'osservare la padroncina di casa che stava preparando il thè con biscotti per colazione ma soprattutto quando si rivolse verso di me chiedendomi:
CITAZIONE
-Hai fame per caso?-

" Ci puoi scommettere! é tutta mattina che girovago quà e là e la piccola disputa che ho avuto con il tuo micio di certo non ha fatto altro che stimolare l'appetito e poi...i dolci non di rifiutano mai!"
Bene pensai evidentemente non sarò la colazione di nessuno,ma al contrario, colazione gratis in compagnia di...osservai di nuovo...Chiyo! Che stupida! Come ho fatto a non riconoscerla prima?Beh l’avevo solo vista di sfuggita…comunque è la stessa ragazzina che ho visto al parco un po' di giorni fa!. Il suo atteggiamento e abbigliamento stravagante concordano perfettamente con lo stile della casa,direi! A questa consapevolezza mi giunse anche un sospetto...e se anche lei fosse un essere magico? Infondo c'erano troppe cose strane. Magari sarei riuscita a scoprirlo facendole qualche domanda un po’ indiscreta. Che coincidenza, che splendida occasione per conoscerla meglio!
Mentre aspettavo che mi servisse il thè mi avvicinai alla scatola dei biscotti e cominciai:
“Dunque, ma non ti fa proprio nessuno strano effetto vedere un essere magico come me così all’improvviso? Insomma non è una cosa che capita tutti i giorni…uffi…è proprio vero che i ragazzini di oggi non si sanno più stupire di niente… A proposito, come ti chiami?” domanda inutile ma mi sembrava normale chiederlo…. In teoria quella era la prima volta che ci incontravamo.
 
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view post Posted on 17/1/2012, 17:31
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Anche se la fatina sembrava perplessa dall'atteggiamento di Chiyo, la sua risposta fu probta e coronata da un largo sorriso, stavolta sincero.
CITAZIONE
" Ci puoi scommettere! é tutta mattina che girovago quà e là e la piccola disputa che ho avuto con il tuo micio di certo non ha fatto altro che stimolare l'appetito e poi...i dolci non di rifiutano mai!"

La strega ridacchiò. Era contenta: se la creaturina non cercava di scappare, anzi si dimostrava disponibile a fare conversazione, voleva dire che si sentiva a suo agio, come confermavano le parole spontanee che le uscirono dalla bocca come un fiume.
Mentre la piccola Sidhe si guardava in giro, camminando sul bordo di una delle sedie, Chiyo le dava le spalle. Mise le foglie di tè di Ceylon nell'acqua che aveva appena finito di bollire, contando tre cucchiani, poi spense la fiamma del fornello. Qualche minuto e il tè sarebbe stato pronto.
Prese quindi un paio di morbide fette di pane in cassetta e le posizionò nelle fessure del tostapane.
Che meravigliosa, ingegnosa invenzione!, sospirò, inspirando il profumo del pane scaldato che si alzava dall'elettrodomestico appena acceso. Cosa c'era di meglio di un paio di fette di pane tostato, imburrate e "marmellate" a dovere, la mattina? Non era una gioia per gli occhi e per i sensi, osservare il candore delle fette di pane indorarsi poco a poco? E sapere che in un attimo si potranno assaggiare, facendole scrocchiare sotto i denti quando ancora non sono secche del tutto?
Ti ho fatto venire l'acquolina? =)

Le parole della fatina si intromisero nelle sue riflessioni mattutine.
CITAZIONE
“Dunque, ma non ti fa proprio nessuno strano effetto vedere un essere magico come me così all’improvviso? Insomma non è una cosa che capita tutti i giorni..."

Hai ragione, quanto hai ragione! E' un sacco che non vedo Sidhe...o almeno, Sidhe nella loro forma reale. Un vero peccato.
Chiyo rimase sorridente, La giornata, in fondo, era iniziata bene. E poi la divertiva quell'aria inquisitoria che aveva preso il discorso. Le domande della fatina erano più che legittime, tanto più che lei sembrava proprio una bambina umana.
La creaturina emise un sospirone, come se fosse rassegnata.
CITAZIONE
…uffi…è proprio vero che i ragazzini di oggi non si sanno più stupire di niente… A proposito, come ti chiami?”

Chiyo si voltò ridendo apertamente, con le due fette di pane tostato posate su un piatto bianco. Appoggiò il piatto sul ripiano e rispose, con un piccolo ghigno: -A te non fa nessuno strano effetto vedere un leone che abita con una bambina? Certo, all'inizio ti senti sorpresa, poi però...-
La strega strinse le dita sul coperchio della scatola di biscotti vicina alla fata.
-...ti rendi conto di aver visto cose ben più strane di questa!- concluse in un sussurro, alzando il coperchio con fare teatrale. Ovviamente nella scatola c'erano solo biscotti (anche se erano biscotti danesi e biscotti al cioccolato, e la loro gran bella figura la facevano lo stesso), ma Chiyo non aveva resistito all'impulso di fare un po' di scena. Osservare le reazioni degli altri alle sue stranezze, quello era un bello spasso per lei!
-Comunque mi chiamo Chiyo.- aggiunse, come se fosse un fatto poco rilevante. -E tu, fatina?-
 
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Ailisha
view post Posted on 17/1/2012, 19:02




Chiyo si mise a ridere. Era bello vedere il suo viso così sereno. La risposta pronta stuzzicò ancor di più la mia curiosità e aumentò la mia simpatia.
CITAZIONE
-A te non fa nessuno strano effetto vedere un leone che abita con una bambina? Certo, all'inizio ti senti sorpresa, poi però...-

Aprì la scatola dei biscotti in modo maestoso, rivelandone il contenuto….
CITAZIONE
-...ti rendi conto di aver visto cose ben più strane di questa!-

Gli occhi mi brillarono all’istante… “Burrosi” buonissimi biscotti Danesi e al cioccolato ammucchiati uno sopra l’altro…. Avevo già l’acquolina in bocca, ma poi quando mi arrivò il profumo delle fette di pane tostato…un tripudio di sensi!
Stai cercando di impressionarmi? Beh, io non posso che stare al gioco…. Tu avrai la tua scatola di biscotti ma…non sei piccola quanto me e certi privilegi,cara, non puoi permetterteli.
Presi o meglio, abbracciai un bel biscotto rettangolare al cocco e ricoperto di zucchero dalla scatola. Lo posai sul bancone lungo un lato e mi ci appoggiai incrociando le gambe e tenendolo in equilibrio.
Un sorrisetto sghembo e di sfida si stampò sulle labbra che diceva chiaramente:Vorresti anche tu avere un bel biscotto dimensioni extra -large che ti arrivi al mento, vero?
La piega che aveva preso il discorso mi divertì parecchio e mi diede l’opportunità di indagare un pochino più a fondo perché mi era parso che nelle parole di Chiyo si potesse nascondere qualcosa di più del significato letterale. O forse stavo leggendo tra le righe qualcosa che non c'era.
CITAZIONE
O magari ti rendi conto di aver visto cose ben più strane di questa!-

Questa frase in particolare suscitò qualche dubbio….
“Certo che sono sorpresa di vedere una bambina che abita con un leone, e in maggior modo se il clima non è per niente adatto a lui …e la piccola abiti senza genitori…non vedo traccia di altra gente che possa abitare qui…" le dissi infine
Mi guardai per un momento i ponpon di cotone che avevo ai piedi e cominciai a far dondolare una gamba poi continuai:
"Quanti anni hai veramente?" le posi questa domanda con una naturalezza molto ricercata, tentando di non sottolineare quel veramente Se fosse stata una bambina umana, normale probabilmente le sarebbe suonata come una domanda banale, normalissima e non avrebbe considerato minimamente quell'ultima parola. Al contrario se fosse stata una creatura magica, l'intera domanda avrebbe spostato l'attenzione proprio su quella parola, intuendo benissimo a cosa mi riferivo. Dovevo solo stare attenta a cogliere qualche indizio, qualche reazione particolare che mi confermasse la mia ipotesi. Tanto tentare non nuoce! Continuai "Mi sembri troppo giovane per poter abitare da sola. O sei una bambina straordinariamente indipendente, sveglia, con una bella eredità alle spalle e qualche tutore che ti aiuti oppure… beh non so…"
Mi rimisi in piedi e cominciai a girare lentamente con passi misurati intorno al mio biscotto. Quando gli fui dietro, nascosta alla vista di Chiyo, feci sbucare improvvisamente la mia testa sorridente da un lato e dissi in modo vago, con lo stesso tono non curante che aveva usato la mia interlocutrice
"Ah, e comunque io mi chiamo Ishtal. Piacere di conoscerti Chiyo!" Staccai un granello di zucchero grande come il palmo della mia mano e gli diedi un morso.

Edited by Ailisha - 18/1/2012, 00:10
 
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view post Posted on 19/1/2012, 00:29
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Si vedeva che quella era una creaturina tutto pepe, di quelle che vedono sfide un po' ovunque e vi partecipano sempre con entusiasmo: le parole di Chiyo avevano pizzicato il suo interesse e avevano scatenato quella strana "sfida"...ma che sfida era? A chi dimostrava di essere più eccentrica?
Chiyo sorrise quando vide con che aria abbracciò il suo bel biscottone al cocco e ci si sedette sopra, un'aria che stava più o meno a significare: "Ti piacerebbe, eh, potermi imitare?"
Beh se quella era una ragazzina fatata molto vivace, Chiyo le avrebbe dimostrato che lei non era da meno! Quella sfida l'avrebbe vinta lei!
CITAZIONE
“Certo che sono sorpresa di vedere una bambina che abita con un leone, e in maggior modo se il clima non è per niente adatto a lui …e la piccola abiti senza genitori…non vedo traccia di altra gente che possa abitare qui…"

Era vero, rifletté Chiyo. Si poteva notare anche a una prima occhiata che quella casa era abitata da una sola persona, a cominciare dall'unica sedia di quella stanza e dall'assenza di un tavolo, o di altri oggetti che, sparsi in giro, avrebbero denunciato la presenza di un adulto, oltre a quella di una ragazzina e del suo leone.
Era talmente palese che qualcosa non andava, in quella casa! Per questo Chiyo non lasciava entrare nessun altro, a parte la sua senpai.
Eppure, quella mattina, la piccola fata era entrata, su suo invito (coatto) per giunta. La strega si stava lasciando osservare nel suo ambiente più intimo, ma non per questo avrebbe lasciato trapelare qualcosa sulla sua vera identità. Abbandonare l'alone di mistero avrebbe messo fine al divertimento, e alla sfida.
CITAZIONE
"Quanti anni hai veramente?"

La strega fece un sorriso involontario, e allo stesso momento strinse più forte il biscotto che si stava portando alla bocca, tanto che minacciò di spezzarsi; tuttavia il biscotto rimase integro, e Chiyo usò quel sorriso a suo vantaggio, per sembrare spavalda.
Quella fatina non era mica stupida, ponderò. Era chiaro che aveva capito che non poteva trovarsi davanti a una normale umana, anche se l'aspetto ingannava; la domanda posta era stata tuttavia prudente, cosicché non avrebbe rischiato più di tanto se le sue teorie non si fossero rivelate esatte.
Peccato che, nel caso dell'Arcistrega, scoprirne l'identità sarebbe stata la causa di un'inevitabile morte. Della fatina, ovvio.
CITAZIONE
"Mi sembri troppo giovane per poter abitare da sola. O sei una bambina straordinariamente indipendente, sveglia, con una bella eredità alle spalle e qualche tutore che ti aiuti oppure… beh non so…"

La ragazza in miniatura si nascose dietro il biscotto, per poi far sbucare il volto illuminato da un largo sorriso, come se stesse giocando a una specie di nascondino.
CITAZIONE
"Ah, e comunque io mi chiamo Ishtal. Piacere di conoscerti Chiyo!"

E con questo, chiudeva il proprio atto e passava la palla a Chiyo. La sfida continuava, e la strega non riusciva a nascondere il ghigno divertito.
-Beh Ishtal...Di sicuro sono straordinariamente indipendente e sveglia.- rispose con un sorrisetto compiaciuto, -Ma di tutori, non ne ho. Però...mmmh...-
"Una bella eredità alle spalle"...beh il bastone nero è potente e mi è molto utile. Ma si può dire che la Vecchia mi abbia lasciato una bella eredità? Decisamente...no.
Alzò le spalle.
-...Per quanto riguarda l'eredità, ti rispondo sì e no.-
Aveva deviato apposta il discorso dalla domanda sull'età. Se la fatina era intelligente come sembrava, avrebbe letto tra le righe il seguente messaggio: Cara Ishtal, la mia età la dovrai capire da sola!
-Tu invece perché ti trovavi sul mio balcone? Credevo che le Fate si nascondessero dagli esseri umani.- domandò con aria fintamente ingenua. Faceva tutto parte del gioco, e lo scopo di ognuno era cercare di togliere la maschera dell'altro.
Scolò il tè, travasandolo nelle tazze e facendo passare l'intruglio attraverso un colino, dove si fermarono le foglie, poi posò le tazze sul ripiano, una di fronte a sé, l'altra accanto a Ishtal. Le tazze che aveva scelto non erano le comuni tazze da tè: no, erano tazze da prima colazione, belle larghe, spesse e alte poco meno di una spanna.
Si versò lo zucchero (diverse cucchiaiate) e poi posò il vasetto accanto alla tazza della fatina, insieme al cucchiaino.
Quindi guardò la fatina, e stavolta sotto la finta ingenuità stava il barlume giocoso della sfida: come avrebbe fatto a bere il tè quella minuscola ragazzina? E anche questo, era tutto parte del gioco.
 
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Ailisha
view post Posted on 19/1/2012, 12:03




L’identità di Chiyo mi diventava sempre più sospetta, non tanto per le cose che mi diceva, ma per quelle che evitava, deviava i discorsi e non rispondeva mai direttamente alle domande,il tutto mascherato con ironia e la sua naturale semplicità.
La tipa sta bene al gioco e non è niente male con le parole! Devo dire che è brava e per questo devo stare attenta. Ho ancora troppe poche informazioni nei suoi confronti. Se è un’umana, la situazione si risolverà senza grosse conseguenze se invece non lo è…beh non saprei, di sicuro sarebbe più complicato.
Dunque…vediamo un po’… da quello che ha detto (e non) posso dedurre che non vuole rivelare l’età, tipico atteggiamento degli esseri magici. Di solito una bambina non si fa problemi a dire quanti anni ha, anche in un contesto come questo; sarebbe fonte di orgoglio. Quante ragazzine dodicenni, quindicenni o diciassettenni potrebbero vantarsi di una simile autonomia e indipendenza? Questa sarebbe proprio un’opportunità sprecata se non avesse qualcosa di più grande da nascondere. Comunque, se non me lo ha detto adesso, penso che non me lo dirà nemmeno dopo. Ma non c’è problema posso ricavare informazioni utili anche seguendo altre piste. Meglio però non insistere troppo, il mio scopo principale non è condurre un interrogatorio, e non voglio nemmeno sembrare invadente o minacciosa. Al momento godiamoci questo momento nel migliore dei modi, per conoscerla, ho tutto il tempo che voglio,io.
Un’altra cosa che ho potuto notare è che si sta divertendo, glielo si legge in faccia e soprattutto le piace mantenere quell’alone di mistero. Giusto! Un po’ troppo misteriosa e un po’ troppo poco curiosa! Fino ad ora mi ha fatto una sola domanda che riguardasse vagamente il mio mondo. Di solito in questi incontri ravvicinati del terzo tipo - bella questa!- venivo investita di domande, spesso buttate una sopra all’altra e facevo fatica a rispondere chiaramente a tutte…se non scappavo, ovviamente.


CITAZIONE
Tu invece perché ti trovavi sul mio balcone? Credevo che le Fate si nascondessero dagli esseri umani

Alla sua domanda risposi in maniera sbrigativa e anonima
“ Generalmente evitiamo di farci vedere, e tu oggi sei stata fortunata…stavo facendo un giretto ristoratore, esploravo e ammiravo il paesaggio…All’inizio l’aria frizzante mi aveva svegliata ma poi quando ho incominciato a rilassarmi ho ceduto al sonno e mi sono appisolata al riparo del tuo balcone e poi beh…sai da cosa sono stata svegliata…” Assunsi un’aria esageratamente colpevole, di chi è stato colto con le mani nel sacco e non può far nulla per negare l’evidenza.
L’affermazione sull’eredità non mi dava modo di intuire niente di particolare.
Non mi sentivo affatto minacciata da quella sua presenza anche se, per un solo brevissimo istante, nell’osservarla, mi è sorta un’inspiegabile inquietudine.
Chiyo nel frattempo stava filtrando il te che poi versò in spesse, grosse, tazze. Per arrivare al bordo dovevo arrampicar mici su. Chiyo mi stava guardando con quella faccia da falsa ingenua.
Piccola bricconcella! Cos’è, è questa la tua nuova sfida? Credi di potermi battere con così poco? Credi che sia arrivata a questa età e non mi sia mai capitato di dover bere in una tazza? Beh sai, più una tazza è grossa, più io mi diverto.

Purtroppo non ero a casa mia e nonostante il gioco sulla stravaganza che era in corso, non mi andava di mostrarmi poco decorosa,educata e avere un minimo di decenza soprattutto durante il primo incontro. D’altro canto poteva trattarsi comunque di un primo incontro ravvicinato del terzo tipo e io rappresentavo la mia specie… Già mi stavo immaginano la faccia di mia madre se scoprisse com’è conciata la mia stanza e che cosa combino! Si metterebbe le mani nei capelli blu!
Mi guardai un po’ in giro in cerca di qualcosa di utile da poter utilizzare. Niente, in quella casa non c’era niente. Non mi restava altro da fare che chiedere:

“Scusami, potresti lasciarmi uscire per un secondo, che devo prendere una cosa dal prato?”

Poi mi ricordai che aveva chiuso tutte le vie d’uscita perché temeva che io potessi scappare, così mi affrettai a rassicurarla.

“Non ti preoccupare, non ho intenzione di scappare con tutta questa roba e se devo essere sincera, mi fa piacere chiacchierare un po’. Ti prometto che torno subito, fidati,…” Ho ancora un sacco di domande in serbo per te, continuai nella mia mente, “noi fate buone non possiamo mentire perché la magia ce lo impedisce.”

La mia ultima affermazione fu come giocare al lotto. Un’arma a doppio taglio. Se Chiyo fosse stata un essere magico, avrebbe notato subito la frottola che stavo raccontando. Avrebbe aumentato il sospetto sulla mia sincerità ma al tempo stesso l’avrebbe allontanata dal credere che io sospettassi sulla sua identità di umana e magari avrebbe abbassato la guardia. Se invece era davvero così, beh allora aveva tanti motivi per credermi quanti ne aveva per non farlo. Tanto lei che ne sapeva del mondo magico?
Quel lieve timore che quell’atmosfera così rilassata e spontanea si spezzasse non trasparì affatto sul mio volto che ormai aveva per natura un sorriso stampato in faccia. Ero fiduciosa ma ora tutto dipendeva dalla reazione di Chiyo.
oddio spero non sia troppo lugo e la parte dei ragionamenti troppo noiosa...ma non ti preoccupare, la parte divertente l'ho già pensata ma non la potevo mettere ora hihihihi. E spero di non essermi comportata ESATTAMENTE come ti aspettavi
 
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view post Posted on 24/1/2012, 00:26
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Porc..! No, in verità mi aspettavo un tuffo carpiato nella tazza! XD Ahahaha è divertente da leggere don't worry!

La risposta di Ishtal alla sua domanda fu fatta in tono annoiato e sbrigativo, come se considerasse l'argomento ovvio; se Chiyo fosse stata un'umana, l'avrebbe magari intimidita e spinta a non fare altre domande di quel tipo; oppure, al contrario, l'avrebbe spronata a farne un putiferio.
La seconda opzione. Non dimentichiamoci che sembro una ragazzina, e le ragazzine sono curiose di natura.
La domanda che quindi si tenne per dopo fu: "Da dove arrivavi?" e poi "Perché eri in giro a quest'ora, da queste parti?", dulcis in fundo: "Dove vivono le fate?"
Ishtal la credeva una bambina troppo poco curiosa per essere solo umana; era il momento di farle capire il contrario. Tanto più che dalle sue risposte avrebbe ricavato tante informazioni utili sul mondo magico.
CITAZIONE
e poi beh…sai da cosa sono stata svegliata…”

concluse la fatina con un'aria esageratamente colpevole. Cosa che fece pensare a Chiyo che la piccoletta non si sentisse minimamente in colpa di nulla, e la fece sorridere per tanta faccia di tolla.
Posata la tazza, la strega si divertì a osservare le reazioni dell'altra: sembrava tentata di rispondere alla provocazione facendo non si sa bene cosa, ma poi forse vi rinunciò e cominciò a guardarsi intorno...Non trovando niente di ciò che stava cercando, si rassegnò a chiedere:
CITAZIONE
“Scusami, potresti lasciarmi uscire per un secondo, che devo prendere una cosa dal prato?”

E che vorrà fare? Usare uno stelo d'erba come cannuccia?
Prima che Chiyo potesse rispondere, la fatina sembrò ricordarsi all'improvviso di una cosa:
CITAZIONE
“Non ti preoccupare, non ho intenzione di scappare con tutta questa roba e se devo essere sincera, mi fa piacere chiacchierare un po’. Ti prometto che torno subito, fidati,…”

Mentre parlava, la strega stava già soppesando i pro e i contro della situazione. La piccola Sidhe non pareva tanto ansiosa da voler fuggire; non sembrava neanche troppo debole, quindi se avesse voluto avrebbe tentato la fuga molto prima, o in ogni caso sarebbe apparsa molto più terrorizzata già in groppa al suo leone. E poi sembrava apprezzare i dolci che la strega le offriva! Anche la curiosità nei confronti di quest'umana che fa poche domande magari giocava a suo favore. Ma se Chiyo avesse rifiutato? Nel peggiore dei casi la Sidhe avrebbe usato i suoi poteri per disfarsi di lei (non che fosse questo il problema, dato che l'Arcistrega non si sentiva affatto minacciata da quella creaturina), ma comunque Chiyo non credeva che l'avrebbe fatto. La piccoletta aveva un'indole bonaria, o almeno questa era l'idea che trasmetteva di sé. Inoltre, Chiyo aveva un certo rispetto per le creature del Piccolo Popolo, e non considerava la fatina come una prigioniera quanto un'ospite. Infine, non aveva voglia i litigare, non appena svegliata.
Fece per rispondere quando Ishtal finì la frase.
CITAZIONE
“noi fate buone non possiamo mentire perché la magia ce lo impedisce.”

Ci volle tutta la sua forza di volontà per frenare un violento scoppio di risa, l'inizio di una di quelle sue risate fragorose che la facevano rotolare a terra.
Non conosceva creature più furbe, sibilline e opportuniste dei folletti, che non esitavano a mentire anche a sproposito, e questo concetto nella sua mente si estendeva anche alle fate.
Strinse le labbra e le si gonfiarono le guance, ma fu svelta a portarsi una mano al volto per nascondersi la faccia, come se volesse riflettere sulla richiesta. Dopo un breve (ma intenso!) attimo di apnea, riuscì a elaborare una risposta credibile.
-Va bene fatina, se mi dici così...ti credo! Ti apro la porta ma tu torna subito ok?-
Scostò la mano per rivelare un gran sorriso a trentadue denti, tanto sincero da brillare, quasi.
Ovviamente non è che la sincerità c'entrasse più di tanto: l'allegria del riso represso aveva trovato sfogo nel sorriso.
La strega avanzò per aprire la grande finestra ad angolo, poi si ritrasse al tocco dell'aria gelida. Bal le si affiancò, strusciandosi contro una gamba.
Lo stomaco di Chiyo faceva ancora le capriole per trattenersi dal ridere.
 
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Ailisha
view post Posted on 25/1/2012, 20:36




CITAZIONE
Ti apro la porta ma tu torna subito ok?-

“Ok” risposi.
Non riuscivo a capire se quella ragazzina mi stesse prendendo in giro. Mi aprì la porta con un ampio sorriso ma ebbi l’impressione che fosse stato in un certo senso represso e nascosto in qualche modo già da prima.
Vabbeh, poco importa, tutto stava andando a meraviglia. Quella giornata si stava rivelando davvero piacevole e ne ero felice.
Già, son proprio contenta, e di certo qualche piccolo trucchetto per rendere ancora migliore questa mattinata non stonerebbe…vediamo a cosa posso pensare per renderla un po’ più interessante… e più buona…lei ha offerto il the e i pasticcini ...e io?”

Avevo già oltrepassato la porta quando mi girai improvvisamente verso Chiyo volando verso di lei per qualche centimetro…
“ A proposito,dimmi come stai… hai qualche problema in particolare?…non so…sei ancora un po’ assonnata, ti senti smorta e hai bisogno di energia, hai mal di pancia, mal di Thoner,hai qualche malattia tipo raffreddore, fuoco di drago,ferite non cicatrizzabili, sei sul letto di morte senza darlo a vedere, nausea,fattura, vomito, blocco dei circoli magici, vorresti sentirti euforica, presa del ghiaccio….” Presi un profondo respiro per riprendermi…
“Vabbeh, ci siamo intesi credo...” Dissi così anche se credevo che, di tutto quello che avevo elencato d’un fiato, aveva capito solo la metà. Ma probabilmente non aveva nemmeno capito il senso della domanda. in tal caso...ci avrei pensato io.
 
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view post Posted on 31/1/2012, 00:23
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La fatina aveva appena varcato la soglia quando tornò subito indietro svolazzando, come se ci avesse ripensato o si fosse dimenticata qualcosa.
CITAZIONE
“ A proposito,dimmi come stai… hai qualche problema in particolare?…non so…sei ancora un po’ assonnata, ti senti smorta e hai bisogno di energia, hai mal di pancia, mal di Thoner,hai qualche malattia tipo raffreddore, fuoco di drago,ferite non cicatrizzabili, sei sul letto di morte senza darlo a vedere, "

Chiyo spalancò gli occhi e indietreggiò col busto quando Ishtal, con la sua fiumana di parole, le si avvicinò al viso. Era rimasta di stucco, troppo sorpresa per scoppiare a ridere di fronte all'elenco interminabile di malattie sempre più improbabili che usciva ininterrotto dalla bocca della Sidhe, che praticamente non respirò finché non le ebbe elencate tutte.
"Sul letto di morte senza darlo a vedere"..?! ripeté divertito il suo pensiero.
CITAZIONE
"nausea,fattura, vomito, blocco dei circoli magici, vorresti sentirti euforica, presa del ghiaccio….”

Infine fece un grosso sospiro per recuperare fiato.
CITAZIONE
“Vabbeh, ci siamo intesi credo...”

Chiyo sbatté le palpebre. La sua mente, benché un po' folle, si era affinata nel corso degli anni a memorizzare quanto veniva detto a una velocità straordinaria, e poi ormai in quel momento era del tutto sveglia. Si chiese se la fatina si aspettasse di ricevere sul serio una risposta, anche se le sue parole erano guidate per certo da buoni intenti: sembrava la fatina buona delle favole che, per rivambiare dell'ospitalità ricevuta, offre un dono magico al protagonista della storia.
"Blocco di circoli magici"...
Sulle labbra di Chiyo si disegnò un ghigno, in risposta a un'idea improvvisa scatenata da quelle parole. In fondo, perché non approfittarne? Se Ishtal conosceva tante malattie, presumibilmente era anche in grado di curarle; se era in grado di curarle, come minimo aveva una buona conoscenza delle erbe, e la strega si trovava nell'urgenza di ripopolare la sua dispensa delle erbe per le pozioni, ora miseramente vuota.
D'altro canto, se le avesse chiesto un'erba precisa, Ishtal non ci avrebbe messo molto a mangiare la foglia e capire che Chiyo era un essere magico. Beh, difficile che non abbia già intuito qualcosa, ragionò comunque la strega.
In teoria doveva scegliere, se approfittare dell'occasione e farsi dare tante erbe a scapito della propria segretezza, o se sacrificare la sua voglia di fare pozioni per giocare a quella specie di rimpiattino.
Chiyo scelse la terza via. Quella del dubbio. Svelarsi un poco, ma mai del tutto. Far vacillare la comprensione come sul filo di un funambolo, mostrare un indizio per poi farlo perdere nella nebbia come se non ci fosse mai stato. Risposte sibilline e mezze verità.
La sua via preferita, insomma.
Sbatté ancora una volta le palpebre e assunse un'aria pensosa.
-Uhm...No, non mi pare di avere niente di tutto questo...- rispose, lentamente, per dare l'idea di starci riflettendo sul serio, -Però- aggiunse, e qui il sorriso criptico le guizzò di nuovo sulle labbra, -non è che mi sapresti indicare dove trovare della withania somnifera e della centella asiatica?-
 
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