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Pioveva su Galway

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view post Posted on 19/10/2011, 21:41
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Pioveva su Galway. Poi smetteva, un diafano raggio di sole che fendeva le nubi. Pallida speranza in giorni come quelli. Pallida e effimera. Subito dopo la pioggia ricominciava a cadere, sottile o copiosa, e il vento la spingeva con trasporto.

Era un tempo strano, quello di Galway. Il cielo poteva piangere e sorridere allo stesso momento, e forse era per questo che la strega Siorai faceva così fatica a capirlo. Per lei le belle giornate erano un rifugio, un velo che copriva il suo passato con i raggi accecanti del sole. Le giornate piovose, al contrario, erano il suo incubo, perché le gocce di pioggia trapassavano il velo come carta e i fulmini dei temporali lo squarciavano, dando lampi intermittenti di luce su quei ricordi che voleva disperatamente dimenticare. Il sole era caldo, conforto. La pioggia era fredda e buia. Strano che lei, la piccola strega subdola che aveva troncato così tante vite, si trovasse più a suo agio con la luce del sole che non con il grigiore delle nuvole temporalesche.

La pioggia le faceva ricordare. Ogni attimo. Ogni singolo battito del cuore spaventato, ogni scintilla di rabbia che aveva attraversato le sue dita quel giorno lontano. La pioggia era crudele con lei.
Per qualche tempo era riuscita a sopportare quei sentimenti pregnanti che la investivano senza ritegno, trasformando tutto il suo dolore in una rabbia cieca e distruttiva che cercava di evitarle un ricordo lucido. Non aveva funzionato a lungo. Era bastato coglierla in un momento di debolezza, di solitudine. Contro chi avrebbe rivoltato la sua rabbia, in quel cimitero di New York? C’era solo lei, e il Reatha morente dalle ali nere di nome Alba. E poi era arrivato il Messo, per riportarla alle sue origini. L’Irlanda.

Lì non le era possibile sfuggire a lungo ai ricordi: con quel tempo strano non sapeva come comportarsi. O meglio, la sua stessa identità era frammentata nei due blocchi che erano Chiyo e Siorai.
Una volta quando vedeva che il cielo annunciava brutto tempo se ne stava chiusa in casa. Ora, che non poteva più prevederlo semplicemente guardando le nuvole mutevoli del cielo irlandese, doveva fare i conti con se stessa. Usciva, e si metteva a passeggiare da sola, in giro per la città.

Quella volta era capitata a Merlin Park. Le foglie autunnali ancora attaccate agli alberi rifulgevano di colori caldi e profumati anche contro il cielo livido, e quelle cadute da poco formavano un tappeto rosso, come quelli che si stendono per le persone importanti. Ma le foglie cadute da un pezzo marcivano nelle pozzanghere fatte di fango e acqua. I suoi stivali affondavano per poi staccarsi dal suolo con un sonoro “ciack ciack”. L’erba era bagnata e sporca di terra, e a causa della pioggia Siorai non poteva alzare gli occhi da sotto il cappello a tesa larga. Vedeva solo i tronchi intorno a lei, che odoravano di muschio, il sentiero impantanato e le foglie a terra.
Non sapeva esattamente cosa sperava di ottenere facendo questo sforzo immenso, lei, che odiava la pioggia dal profondo di se stessa. Forse cercava di scoprire i motivi di questo suo odio, forse cercava di riconciliarsi con il suo passato a ragione del presente.
Camminava, incurante di tutto e concentrata unicamente sul proprio pensiero. Sicuramente l’ultima cosa cui avrebbe pensato era l’eventualità di imbattersi in qualcuno.
 
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view post Posted on 5/11/2011, 16:56
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Pioveva su Galway. Pioveva su quella terra che mi sembrava così lontana da New York, ma che in realtà gli era più vicina che mai.
Tanti avvenimenti erano trascorsi nell'anno che si stava concludendo e la pioggia, l'acqua mio elemento, sembrava aver raccolto il compito di ricordarmeli tutti. Sapevo bene che fin dall'antichità questo elemento era legato ai sentimenti e ai ricordi passati e con l'andare del tempo mi ero convinta che per la mia razza fosse normale essere così volubile e malinconica.
Ma chi voglio prendere in giro...
La mia mente non mi dava pace, non me l'aveva mai data, neanche dopo aver abbandonato quella città tanto buia e dura. Ero io la creatura malinconica e triste! Ero io ad aver raccolto un compito più grande di ciò che potevo sostenere! Ero io e basta..solo io e l'acqua...

Camminavo da sola, passo dopo passo ero arrivata a Merlin Park. Non mi fermai! La natura era ciò che amavo di più in quella terra che mi aveva accolta: alberi vestiti di autunno perdevano incessantemente le foglie sotto la pressione dell'acqua e osservare questi piccoli particolari mi faceva sentire meglio. Gli alberi non morivano, cambiavano solo forma e aspetto per rinascere in primavera, ancora più forti e belli; mi piaceva pensare che anche la mia vita sarebbe rinata dopo quel temporale, che il tempo così variabile di Galway sarebbe cambiato da un momento all'altro per far spazio ad un sole caldo e pieno.
Solo sogni o una possibile realtà?! Non lo sapevo ancora. Sospirai profondamente e continuai a camminare guardando il cielo sopra di me; senza nessun ombrello o cappello, ero libera di farmi scivolare addosso l'acqua che poteva purificarmi, darmi sollievo da quei ricordi e riprodurre le lacrime che non avrei saputo piangere.
Chiusi gli occhi per rilassarmi e iniziai a cantare.

Sleep o babe for the red bee hums
the silent twilights fall
eeval from the Grey Rock comes
to wrap the world in thrall.
A lyan van o my child my joy
my love and heart's desire.
the crickets sing you lullaby
beside the dying fire
dusk is drawn and the Green Mans' thorn
is wreathed in rings of fog..



Avevo sentito quella ninna nanna quando ero ancora molto piccola e nuotavo non lontano dalla costa irlandese. La cantava una donna alla sua bambina per farla addormentare; Quella notte rimasi estasiata dalla sua voce e dal primo momento che udii quelle note non riuscì più a dimenticarle.

Ero talmente intenta a ricordare sotto quella pioggia incessante che non mi accorsi subito di altri passi provenire più avanti dal sentiero. Fermai il mio canto e aspettai di scorgere una figura dai grandi cespugli. Che fosse stata attirata dal mio canto?

Ruolata con canzone.. cosa possiamo volere di più? xD
 
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view post Posted on 5/11/2011, 17:59
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Awww che bella! ^^

Pioveva su Galway, ma una musica nuova si unì al rumore delle gocce di pioggia. Era una voce di donna che cantava, ma non cantava e basta, no, lei no. La sua voce morbida si fondeva con il mormorio dell'acqua, creando una sinfonia ancestrale, mai sentita, ma che allo stesso tempo sapeva di ricordi.
Era come se la pioggia avesse trovato una voce per esprimersi e ora stesse cantando. In quel parco, circondata da foglie dai vividi colori ed alberi odorosi, a Siorai parve di essere entrata in un'altra dimensione, forse persino a Tir Nan Og.
Ma il cielo di Galway ormai lo conosceva bene, sapeva di non essersi spostata, né di essersi persa in un sogno.
E poi...come non ricordare quella canzone?
Quando ricordò, la sua rabbia si fece più feroce e il suo dolore più dilaniante.
Pioggia crudele, pioggia infida! Perché con una così bella voce doveva fare tanto male? Perché, come se già non bastassero le memorie che riaffioravano inevitabili dal suo cuore devastato, ora la pioggia cercava di renderle più concrete? Perché, tra tutte, sentiva la voce di Lei cantare quella canzone, come aveva spesso fatto per lei in tempi lontani?
-Sen...- mormorò, ma era più un gemito di dolore del suo spirito, che avrebbe voluto urlare. Sen, la sua migliore amica, la sua indipendente amica dai capelli rossi, la ragazza che l'aveva sempre protetta, la ragazza che lei, Siorai, aveva ucciso con le sue stesse mani in una giornata di pioggia.
Che la pioggia avesse raccolto la sua anima? Si sarebbe spiegato perché in quei giorni la strega stesse tanto male, o perché fosse impossibile dimenticare del tutto.
Unforgivable. O unforgetable?
Avrebbe voluto fuggire lontano.
Ma quanto lontano avrebbe potuto spingersi? Tanto comunque il passato l'avrebbe raggiunta, come aveva già fatto.
Non importava, avrebbe voluto fuggire a gambe levate, il più lontano possibile.
Ma allora perché i suoi piedi continuavano a camminare in avanti? Perché i suoi passi la conducevano verso la fonte di quella voce? Era un desiderio inesprimibile del suo cuore, vederla viva?
Sapeva che era impossibile. Perché stava quasi correndo?
Fermati, fermati...stupida, idiota, torna indietro!!!
La sua mente stava quasi urlando, ma lei non si fermò. Aveva anche abbandonato il sentiero, era giunta davanti a un groviglio di cespugli e rami. Li spostò da una parte con malagrazia, per poter passare, guidata solo dall'istinto, ormai, perché la sua mente nulla poteva contro quel desiderio assurdo.

Per poco non urlò. Ma poi si accorse di essersi sbagliata, e la delusione fu quasi peggio dello spavento.
Perché, effettivamente, di fronte a lei si ergeva, sicura nella pioggia, una ragazza dai capelli rossi, ma non era Sen.
L'attimo dopo la riconobbe, e non poté fare a meno di notare, con ironica amarezza, come le cose siano a volte destinate a ripetersi. Già una volta aveva scambiato quella persona per la sua vecchia amica.
-Dawn.- la chiamò.
Non senpai. Dawn. Non l'aveva mai chiamata con il suo nome. Ma lei in quel momento non era Chiyo. Non era la streghetta che la sirena aveva visto l'ultima volta a New York.
Tante domande affollavano il pensiero di Siorai, accavallandosi sulle memorie della pioggia. Non aveva mai detto a Dawn che sarebbe partita per l'Irlanda, anzi, non le aveva proprio detto nulla, era sparita così, da un giorno all'altro. Dubitava però che la sirena si trovasse lì, in quella città, per seguire lei. C'era qualcuno dietro tutto questo, che manovrava i fili del destino, facendoli incrociare tra loro più volte.
Continuava a piovere, sulle domande senza risposta di Siorai.
 
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view post Posted on 9/11/2011, 11:08
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Pioveva su Galway e la mia canzone unitasi all'acqua scrosciante di quel normale giorno d'autunno, come una lacrima appena pianta, sfumò lievemente quando sentì dei rumori provenire dai cespugli lì vicino.
Qualche umano..qualche stupido umano attirato dalla mia voce soave..
Ne ero convinta! Non poteva essere un animale, e neanche il vento era capace di smuovere così la vegetazione! Quasi nominandolo, un soffio di vento gelido mi accarezzò il viso facendomi chiudere per un attimo brevissimo gli occhi.
Il mio cuore iniziò a battere più forte, come se l'aria fredda avesse voluto riportarmi alla mente delle sensazioni già provare, un sentimento famigliare e allo stesso tempo caldo.
Riaprì di colpo gli occhi e cercai di vedere al dì là della pioggia che si era fatta più fitta. Credevo davvero di trovarmi nelle più profonde acque marine e dovetti sforzarmi di carpire attraverso le goccie frenetiche chi stava spuntando dai cespugli.
Davanti a me una bambina, bionda, dall'aria sorpresa, si spaventò appena mi vide.
Mi sembrava di essere capitata in un sogno molto bagnato e il riflesso che davano le goccie d'acqua piovana nei miei occhi, mi faceva scorgere la ragazza con particolari che mi parevano molto famigliari!
Poi in un attimo tutto mi fu chiaro e il mio sogno bagnato diventò un semplice giorno di pioggia a Galway.

-Dawn.-

La sua voce era troppo simile per sbagliarsi! La pseudo-bambina che mi trovavo davanti era Lei. Era Chiyo!
Feci un largo sorriso e avanzai di un passo prima di fermarmi un attimo dopo, quasi di scatto.
Senza neanche accorgermene le stavo andando incontro come durante un normale incontro a New York, ma dovevo rendermi conto che non eravamo più in quella città! Galway, Irlanda, era quella la nostra posizione!
Fu così che in un battito di ciglia molte domande risuonarono nella mia testa fermandomi, bloccandomi immobile a pensare.
Silenzio.
Cosa ci fa qui?
..è davvero Lei?

La Chiyo, che presumibilmente avevo davanti, mi sembrava diversa! Poteva essere l'effetto della pioggia, ma non ero sicura che fosse solo quello.
Feci un passo indietro.
Era forse una vita che non vedevo più Chiyo? No, mi ricordavo di averla incontrata un pò prima di ricevere la notizia dal Messo, ma effettivamente non avevo avuto il tempo di avvertirla della mia partenza e da quel momento non l'avevo più vista.
La guardai più attentamente. Mi sembrava di scorgere davanti a me una Chiyo diversa, più grande, più potente. Da piccola bimba apparentemente indifesa, era divenuta una giovane donna: la sua corporatura minuta era sempre la stessa dell'anno prima, ma si poteva sentire, percepirne la diversità!
La conoscevo bene e ciò che pensai solamente scorgendola fu:
la Chiyo di New York sembra non esitere più...
Potevo trovarmi davvero in un sogno? Poteva essere quella solo un'allucinazione? Ero dubbiosa.
Decisi di sbloccare quel silenzio che avevo creato con i miei pensieri, ponendo a lei quella domanda.

Chiyo?...Sei davvero tu?...

Le dissi con un tono di voce talmente leggero da sembrare un mormorio.
L'acqua, buon conduttore di voce, le avrebbe fatto sentire tutto!
 
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Ailisha
view post Posted on 9/11/2011, 15:31




Pioveva su Galaway. Piccole gocce d’acqua si infrangevano sulle rosse foglie dell’autunno impreziosite dalle perle solitarie che il cielo non era riuscito a trattenere per sé. Sebbene siano bellissime, non è nella loro natura stare immobili per essere ammirate. Quando riunite trovano la forza, esse scivolano giù, sulla terra per donar vita.
Camminavo per il Merlin Park. Era la prima volta che lo visitavo. Era davvero molto bello, mi fermai in una zona piuttosto illuminata che mi colpì particolarmente. Mi accostai ad un albero e assicuratami che nessuno potesse vedermi,mi trasformai in fata brevis. Lasciai i miei vestiti accanto a un tonco caduto, scelsi un ramo comodo che mi permettesse di avere una buona visuale e mi ci accoccolai.
I colori sgargianti degli alberi contrastavano il cupo umore del cielo. Era così che mi sentivo. Felice e malinconica… In quel momento di libertà che mi ero concessa, lasciai libera la mia mente di viaggiare ovunque volesse, liberandosi dai dubbi e della frenesia che in quelle prime settimane, tra il trasferimento, la ricerca del lavoro, tra provini e prove per lo spettacolo, l’avevano tenuta occupata.
Quanto era bello essere di nuovo a casa, quanto era bello ritrovarsi tra i paesaggi con i quali si è cresciuti. Quanti ricordi mi si accalcavano l’uno sull’altro, nella mente e nel petto sempre più pesante. Ogni singolo ricordo è un tesoro, il cui valore non ha prezzo per me che i ricordi più importanti li avevo persi come la persona alla quale avevo voluto più bene. Mi mancava la sua compagnia, quei boschi tanto familiari, mi sembravano così vuoti, mi sentivo così sola senza la sua voce…poi la udii, una dolce voce mi riportò nel mio giardino, io ballavo a piedi nudi sul morbido prato verde del nostro giardino e Lei cantava. Sapeva cantare benissimo qualsiasi tipo di canzone. Ora stava intonando una ninna nanna irlandese ed era bellissima… Ridevamo, le ginocchia erano sporche di terra e fiori nei capelli che danzavano leggeri. Chissà se tra le dolci gocce di pioggia che mi imperlavano il viso, c’erano lacrime…di nuovo ricordi. Anche quelle per me avevano un significato speciale. Esse furono l’origine del mio potere.
Chi era quella donna dal potere così dolce e crudele?Chi riempiva di nuovo il mio cuore con la speranza di avere di nuovo Lei al mio fianco, per poi dilaniarlo con la realtà? Chi cantava melodie tanto belle?
“Dawn”
Una vocina mi giunse da un punto non lontano da dove mi trovavo. Osservai meglio davanti a me, e le vidi in lontananza, un po’ offuscate dall’umidità che saliva.
Una ragazza dai capelli rossi che si stava dirigendo nella mia direzione si fermò e mosse un passo verso una figurina che era sbucata fuori all’improvviso. Il sorriso che le aveva illuminato il volto per un istante scomparve altrettanto in fretta, lasciando il posto al dubbio. Era stata chiamata da una ragazzina di circa 16 anni, i capelli biondi sfuggivano da sotto un cappello a tesa larga ed era vestita in modo piuttosto bizzarro.
Finalmente Dawn decise di rompere il silenzio e incerta mormorò qualcosa che riuscii a malapena udire grazie a un piccolo alito di vento fresco che in quel momento mi portò la sua voce flebile. Era un nome credo, che assomigliava a “Cio”.
La tristezza un attimo prima si era trasformata in curiosità. Mi interessava sapere chi era quella misteriosa Dawn dalla voce sublime ma che racchiudeva così tanta tristezza, e la buffa e stravagante ragazzina,non sembrava una bambina. Non so se mi ero sbagliata o meno, ma anche nella sua voce percepii un lieve tono di dolore? Amarezza ? Delusione? O forse era solo dubbio o incertezza.
Perché mi colpì tanto quella scena? Non so. Da quello che ho potuto interpretare, le due giovani si conoscevano già e l’essersi incontrate in questo posto è stato un evento del tutto inaspettato ma lieto.
Lo stupore e l’incredulità era stampato sulle loro facce. Magari erano due amiche che non si incontravano da tanto tempo… La mia mente non poté fare a meno di divagare nuovamente, cominciai a immaginare se anche io quando incontrerò Lei, farò la loro faccia, pensai a come avremmo potuto rivederci e sarebbe fantastico se fosse come è successo ai due personaggi che mi trovavo a osservare.
Rimasi a guardarle stando attenta a non farmi vedere anche se dubito che da quella distanza ci sarebbero riuscite.
 
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view post Posted on 9/11/2011, 22:20
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Pioveva su Galway e tra le gocce di pioggia sempre più fitte Siorai scorse il sorriso della sua senpai. Apparve come un raggio di sole nella tempesta, ma fu allo stesso modo crudele e effimero: fece una breve comparsa, come a voler dare una speranza che subito dopo toglieva di mano. Infatti, sul viso della sirena si disegnò una nuova espressione che spazzò via il sorriso, un’espressione di sorpresa, e di dubbio.
Cos’era quella sensazione? Perché, osservandola in attesa di una risposta, Siorai si sentiva così male? Sciocca paura da bambina, quella di sentirsi rifiutati. Eppure, la strega aveva questo timore; lo teneva sepolto nel suo cuore, sotto strati e strati di maschere e illusioni auto inflitte, ma ugualmente trovava il modo di riemergere. Tutto per quel maledetto pomeriggio di pioggia…
“Vattene! Vattene, strega…”
Solo ricordi, ricordi, null’altro che ricordi, si ripeté per calmarsi. Era solo l’effetto della pioggia.
Dawn arretrò di un passo, e Siorai si impose di non tremare. Anche se cercava di scacciare le memorie, erano troppo più forti di lei. Perché Dawn le somigliava così tanto? Forse era solo l’ennesimo, sadico scherzo della pioggia.
Era come se un incantesimo le tenesse sospese nel tempo, in quell’attesa che sembrava non finire. Sospese tra il presente e più passati contemporaneamente… Siorai si vedeva più di ottant’anni prima, in Irlanda con Sen, poi sfuggiva a un passato più prossimo ma che pareva allo stesso modo molto lontano, quando viveva con la sirena Dawn in America e incontrarsi così per caso per le strade della Grande Mela non era un avvenimento così raro, e infine ripiombava di nuovo in Irlanda, nella sua terra natale, natale e così sconosciuta, sotto la pioggia, con Dawn. Dawn, che univa quei tre periodi della sua esistenza. Si chiese se per caso non stesse per annegare nei ricordi o se la presenza della sirena l’avrebbe in qualche modo salvata, più o meno come aveva fatto al loro primo incontro.
In fondo, le sirene sono note per salvare i marinai che stanno affogando in mare… oppure per dirigerli alla morte con il loro canto. Dawn era così. Imprevedibile, ed effimera come l’alba di cui portava il nome.
Infine fu proprio la sirena a sciogliere quella specie di incantesimo.
CITAZIONE
Chiyo?...Sei davvero tu?...

Siorai la sentì parlare, ma aveva tenuto un tono di voce tanto sottile… eppure sapeva di non aver capito male.
Chiyo… Chiyo! Quel nome che aveva scelto nella speranza di gettarsi tutto alle spalle! Quel nome che usava ancora, per nascondersi.
-Chiyo…- sussurrò. Fece un sorrisetto strano, tra l’ironico e l’amaro, ma che tuttavia conteneva anche tristezza, e, in fondo, gratitudine per essere stata riconosciuta. Anche se quello non era il suo vero nome, non faceva differenza con Dawn. Alla fine, le era parso di essere stata accettata, e questo risollevò il suo spirito. Forse alla fine la sirena l’aveva salvata dal suo affogare.
-Dawn, tu capiresti meglio di tutti, se ti dicessi che non mi è più concesso essere “solo” Chiyo?-
Domanda, dubbio, pensiero esposto a voce, come se stesse parlando a se stessa. Un mormorio udibile quanto quello della sirena, quanto quello della pioggia.
Dawn, almeno Dawn, doveva sapere, decise. Alla sua senpai doveva molto. Almeno lei doveva sapere chi era. Le era rimasta solo lei; forse non lo sapeva neanche Siorai stessa.
 
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view post Posted on 19/11/2011, 12:40
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Scusa scusa scusa se ci ho messo tanto a rispondere.. :sad.gif:


Pioveva su Galway e le goccie che cadevano così frequenti sul terreno e sul mio corpo non accennavano a smettere neanche per un misero secondo. Eravamo in una situazione di stallo, gli attimi che precedettero la risposta di Chiyo mi sembrarono davvero infiniti e, come l'orizzonte in fondo all'oceano, non sapevo quando l'attesa si sarebbe conclusa.
Le emozioni che provavo in quei lunghi secondi erano contrastanti e allo stesso tempo confuse: il mio spirito, Guest e la mia stessa mente erano in uno stato di torpore generale, incapaci di darmi un aiuto concreto in quella strana situazione che si era creata. I pensieri vagavano.
Di certo ero felice. Ero contenta di averla ritrovata in quel luogo tanto diverso da New York. Mi sembrava un gioco molto ingarbugliato escogitato dallo stesso destino per tenerci legate e questo mi faceva sentire per certi versi orgogliosa. Naturalmente non poteva non esserci anche il risvolto della medaglia! Già..
Un gran senso di colpa, che premeva dentro il mio cuore, mi impediva di muovere un solo passo, di avvicinarmi di più alla Chiyo che facevo fatica a riconoscere. Potevo solo sospirare cercando di calmarmi un momento.
Se il destino aveva voluto ricongiungerci significava forse che io stessa ero stata negligente con la piccola streghetta?! Voleva forse ricordarmi che me n'ero andata da New York senza dire niente a nessuno, senza avvisare proprio lei che mi stava tanto a cuore?!
Forse credevo troppo al destino o forse mi facevo troppi complessi, forse in quel momento avrei dovuto solamente andarle incontro come un tempo..
Tanti "forse" giravano nella mia testa quasi facendola barcollare, ma la verità che non avrei voluto riconoscere e di cui mi ero accorta appena avevo intravisto Chiyo, era che il tempo era trascorso per entrambe, eravamo cambiate, e non ero più sicura se ciò che era stato una volta poteva ritornare lì, a Galway, in Irlanda.
Fu in quel momento che i miei pensieri furono interrotti bruscamente da un sospiro breve ma intenso.
CITAZIONE
Chiyo…

Tornai a concentrarmi sulla Chiyo che avevo davanti, cercando di considerare quell'incontro solo come una felice coincidenza e non come una punizione divina. La vidi sorridere amaramente pronunciando il suo nome, un sorriso che nascondeva più che sola amarezza, forse sollievo.
CITAZIONE
-Dawn, tu capiresti meglio di tutti, se ti dicessi che non mi è più concesso essere “solo” Chiyo?-

Chiyo sussurrò di nuovo. Nel modo in cui le avevo posto la mia domanda, mi rispose a bassa voce, quasi per paura di non voler far sentire a nessun altro le sue parole.
La sua era una risposta interrogativa, una di quelle che nascondono al loro interno un enigma da svelare. Di certo non la potevo capire, non ero ancora in grado di decifrare la sua domanda, ma quella frase mi fece aprire gli occhi, mi fece capire che avrei voluto conoscere il resto, comprendere ciò che ci era successo nel tempo di mezzo e ritrovarci ancora una volta insieme.
Con rinnovata fiducia mi sbloccai e feci qualche passo nella sua direzione. Volevo incoraggiarla a credere che le cose non erano cambiate più di tanto.

Tu sarai sempre la Chiyo che ho conosciuto a New York! Certe cose, le più importanti, non possono cambiare nel tempo..

Le dissi accennando ad un sorriso sincero. Era vero, la strega che aveva davanti non era più la stessa di New York, neanche io ero più la stessa.. Nonostante ciò, ero convinta che questi cambiamenti non avrebbero potuto variare ciò che avevamo trascorso insieme, il legame di amicizia che si era creato non poteva modificarsi!
Forse la pioggia si sarebbe placata.
 
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Ailisha
view post Posted on 27/11/2011, 22:48




La pioggia martellante continuava a cadere, non un attimo di sosta per le anime sulla terra. Perché il cielo stava piangendo? Che ne sa lui del dolore,che ci osserva da così lontano?Può compatirci, può immedesimarsi in noi, ma non prova la realtà, solo un’immagine riflessa. Ma erano tutte lacrime di pioggia? Io speravo che almeno qualcuna tra quelle infinite gocce, fosse di gioia, e che proprio in quel momento andasse a incorniciare quel quadretto di ritrovata amicizia. Invece l’acqua continuava a cadere come una barriera tra le due figure.
Perché non andavano l’una incontro all’altra, perché non si stringevano in un abbraccio o semplicemente non si scambiavano uno di quei sorrisi che ti sciolgono il cuore?
Si trovavano l’una di fronte all’altra e profonde, dense parole silenziose che raccontavano una vita vennero interrotte da dei sussurri che feci così tanta fatica a udire che mi avvicinai ancor di più.
CITAZIONE
“Chiyo?... sei davvero tu?”

Mi stupii di quante emozioni riuscii a percepire in una volta sola.
Il dubbio,la paura, il timore al quale si lega la speranza, il sollievo...ed ecco spuntare un sorrisetto,dopo che in un sussurro, la bambina aveva ripetuto il suo nome. Ma quel sorriso era strano,c’era dell’ironia e dell’amarezza che non riuscivano a coprire quel velo di … gratitudine, potrei dire, se la mia interpretazione non era sbagliata. Come comprendevo bene la paura di non essere riconosciuta o, al contrario, di non riconoscere la persona con la quale avevo imparato cosa significasse avere cieca fiducia, cosa significasse vivere realmente, a pieno la mia esistenza, perché conoscendo l’altra scoprivo anche me stessa.
I sospiri di Dawn invece esprimevano tutta la sua confusione. Chissà quale tempesta si scatenava nel suo cuore. Come il vento, il tormento gonfiava le onde di dolore, il rimorso come un fulmine sferzava il cielo ma nonostante la terribilità illuminavano il cuore, brevi lampi di felicità,e tornava l’ inspiegabile gioia confortevole di vedere una forza così indomabile e stupenda,al sicuro dietro i vetri della propria casa.
La risposta di Chiyo giunse del tutto inaspettata:
CITAZIONE
Dawn, tu capiresti meglio di tutti, se ti dicessi che non mi è più concesso essere “solo” Chiyo?

Le parole come sempre furono pronunciate in un bisbiglio, come se in realtà non volesse farsi sentire, sembrava che avesse paura della risposta alla sua stessa domanda. Ma c’era dell’altro che lasciò in sospeso, un’affermazione del genere necessitava di un chiarimento che però non si presentò. Doveva essere successo qualcosa, in passato o nel frattempo oppure Chyio nascondeva qualche segreto. Ma chi non ne aveva? In fondo tutta la mia vita era un segreto, era come se stessi continuamente mentendo a tutti coloro con i quali instauravo delle relazioni, che cercavano sinceramente di starmi vicine o di essermi amiche. Avrei potuto dire che nel mondo umano vivevo la mia vita soltanto per metà. Poteva esistere soltanto Ishtal come umana. Una mezza identità…tuttavia non mi pesava affatto. Certo, a volte avrebbe fatto comodo utilizzare le proprie capacità magiche per agevolarsi nella vita quotidiana oppure non dovere essere sempre preoccupati a nascondere la propria identità e falsificare documenti....Ma alla fine ad ogni situazione, a seconda di chi abbiamo davanti, diamo sempre una versione un po’ diversa di noi stessi. Per esempio quanti di noi in situazioni diverse ha assunto comportamenti contraddittori? Ma non eravamo pazzi,lo facevamo solo per adattarci. Io mi dovevo adattare in un mondo non magico anche se venivo da quello magico.Quindi non ero disonesta nei confronti dei miei amici, non li stavo ingannando…
“Oh aiuto, che casino, lasciamo perdere, non ce la faccio più a pensare, ma che ragionamenti sto facendo?” mi dissi. In un certo senso ero riuscita a trovare una scusa per giustificarmi e sopprimere quel leggero senso di colpa che si stava facendo largo.
Se ciò che disse Chiyo mi stuzzicò un bel po’ di curiosità, la risposta che diede Dawn fu come se nel mio cuore penetrasse un raggio di luce,come una lama tanto luminosa che rischiara tutta l’anima. Che bel regalo Dawn mi fece in quel momento, quanto mi toccarono le sue parole! A stento riuscivo a trattenere le lacrime…ma perché impedirle anche stavolta di scivolare giù? Odiavo farmi vedere piangere, non sopportavo che qualcuno potesse vedere il mio lato fragile, inoltre mi ero decisa a mostrarmi sempre sorridente e di illuminare la giornata a chiunque incontrassi così come Lei mi aveva chiesto tanto tempo fa… diceva che le lacrime non mi si addicevano. Allora per sfogarmi,quando proprio non riuscivo a trattenermi, mi chiudevo in camera e da sola in silenzio per non farmi notare da nessuno, piangevo. Ma no decisi che non era il momento di lasciarsi commuovere.
CITAZIONE
Tu sarai sempre la Chiyo che ho conosciuto a New York! Certe cose, le più importanti, non possono cambiare nel tempo..

Dawn sorrise sinceramente e fece qualche passo verso la piccola Chyio come se volesse incoraggiarla, dirle che per lei tutto era a posto, chiunque fosse stata la “nuova” Chyio, avrebbe saputo accettarla.
Mi chiesi dunque se fosse uno scherzo del destino che proprio a me si presentò l’occasione di ascoltare questo dialogo, di assistere a questo incontro o fosse uno schema già preparato da una mente superiore. Quelle parole rispecchiavano quella che è che potrà essere la mia situazione. Sapevo solo che volevo conoscerle meglio, sapere la loro storia. Sentivo una strana affinità anche se non del tutto giustificabile. Nel vederle provavo tenerezza e volevo in qualche modo aiutarle a far scomparire quel peso che avevano nel cuore, volevo vederle sorridere serenamente.
 
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view post Posted on 28/11/2011, 23:40
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Continuava a piovere su Galway… ma le gocce di pioggia ora rallentarono, come sospese tra il cielo e la terra, e diminuirono piano piano il loro numero. Il cielo d’Irlanda cambiava di nuovo volto, o lo avrebbe fatto di lì a poco. Non era solo uno bluff? Le nuvole sopra le loro teste, sopra le cime degli alberi ebbri d’acqua, si spostavano veloci come pecore al pascolo. Il vento soffiò un poco, sollevando l’odore pungente del muschio. Le foglie frusciarono, una nuova melodia nel coro delle gocce di pioggia.
Siorai vide Dawn spalancare gli occhi alla sua domanda. Certo, era una domanda strana. Ma la strega sapeva che Dawn, prima o poi, l’avrebbe capita. Quando anche lei sarebbe stata investita dall’alluvione dei ricordi…
Il loro primo incontro, quello sguardo che si erano scambiate dopo che la sirena le aveva casualmente salvato la vita. In quel momento, Siorai si era resa conto che loro due non erano poi così diverse… creature solitarie, millenarie, che continuavano a camminare da sole, perché se si fossero affiancate a qualcuno sarebbero state ferite dalla sua perdita, e quindi, un passo dopo l’altro, le orme che disegnavano sui loro sentieri erano solo due… E poi quell’incontro, e quelle orme andavano quattro a quattro. Chi aveva deciso di far incrociare i loro sentieri? Chi aveva deciso di farle ritrovare una seconda volta? Cos’era? Un miracolo? La frusta scelta per punire finalmente la strega dei suoi crimini?
Era lei che se n’era andata senza salutare, senza dire una parola. Di punto in bianco aveva abbandonato tutto a New York e aveva preso il primo aereo per l’Irlanda. Sola andata. Di fretta, da un giorno all’altro. Come in fuga.
Fuga… possibile che Siorai dovesse sempre scappare? E da cosa stava scappando, poi? Non era solo il richiamo del Seamair, lo sapeva, anche se senza l’avvertimento del Messo mai sarebbe partita. No, c’era anche la paura, una paura rivolta verso un oggetto sconosciuto, ma che le faceva tremare le gambe. Forse, come al solito, tale oggetto era dentro di lei. Per questo non riusciva mai a fuggire abbastanza lontano.
Che modo stupido di sfuggire alle cose, andare a sbatterci contro il naso!
Eppure, quando la sua fuga si rivelava vana e Siorai finiva per mettersi da sola con le spalle al muro, arrivava lei, Dawn, la canzone più bella che l’Oceano avesse mai cantato. Perché in quel momento la sirena la stava salvando, di nuovo, e fu un raggio di sole che penetrò le nubi grigie sopra il parco, sopra il cuore della piccola strega.
CITAZIONE
Tu sarai sempre la Chiyo che ho conosciuto a New York! Certe cose, le più importanti, non possono cambiare nel tempo..

La strega spalancò gli occhi a sua volta, sorpresa. Il senso di ogni parola le avvolse l’anima come una sciarpa calda, riparandola dal freddo della pioggia, e il passo avanti che fece Dawn spazzò via ogni dubbio, ogni resistenza.
Per la prima volta nella sua lunga vita, Siorai Chiyo Connor fu grata al cielo che piangeva al posto suo, perché non sarebbe stato giusto rispondere a questa dimostrazione di fiducia solo con le lacrime.
Dawn la perdonava. Senza neanche sapere chi fosse, cosa fosse diventata, la accettava, così, perché così era sempre stato, perché Dawn sapeva che era a lei che Chiyo si appoggiava in cerca di sostegno, anche se non lo ammetteva.
Anche se molte cose erano cambiate, anche se dentro di loro qualcosa era nato, qualcosa si era spezzato, anche se avesse continuato a piovere, quel porto sicuro che era la loro amicizia non sarebbe stato distrutto da nessun tifone. Anche se il cielo d’Irlanda cambiava spesso volto, prima o poi riappariva sempre il sole.
E fu proprio il sole a scacciare le nuvole, e le gocce diminuirono sempre di più. L’oscurità dagli occhi di Chiyo si dipanò, e la strega corse incontro alla sirena, finalmente chiamandola come faceva una volta.
-Senpai!!-
Era triste, era felice, era come il cielo d’Irlanda in quel momento, perché in quel momento pioveva su Galway, ma su Galway splendeva anche il sole; quello era il cielo d’Irlanda, quella sarebbe stata la vita di Chiyo.
 
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view post Posted on 24/1/2012, 16:53
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Pioveva su Galway? No, ora non più! Il momento fatidico dell'apparsa miracolosa di Chiyo si stava distendendo e, come se il cielo sapesse leggere i nostri sentimenti, la nuvole nere e cariche di pioggia si stavano spostando per fare largo ad un tiepido sole autunnale carico di nuovi propositi e sensazioni.
Non avevo ben capito la situazione, ciò che stava accadendo; non sapevo chi aveva indetto quell'incontro casuale dall'altra parte del mondo e di New York, chi poteva esserci dietro alla nostra ritrovata amicizia, solo di una cosa mi ero resa conto: qui a Galway avrei vissuto mille altri momenti pieni di ansia e aspettative, la pioggia sarebbe caduta ogni giorno su questa città, ma alla fine, tutto si sarebbe sistemato, tutto sarebbe andato per il meglio!
Sorrisi a quel nuovo tempo allegro e spensierato e osservai la sorpresa di Chiyo con ritrovata serenità.
Avevo fatto centro! La tristezza e la diversità che avevo colto nei suoi occhi e nei suoi pochi gesti stavano scomparendo o almeno si stavano nascondendo come un vampiro all'inizio della mattinata. Mi bastava.
Non volevo trasformare il nostro incontro, frutto di un destino più grande di noi, in una insensata discussione su chi aveva abbandonato l'altra; non volevo far scomparire di nuovo il sorriso che Chiyo stava iniziando a mostrare!
Ero dell'idea che ormai quei particolari fossero solo superflui e ne ebbi la certezza quando vidi la giovane donna chiamarmi con quel nome che, tanto odiato da Guest, era divenuto il mio appellativo molti anni fa.
CITAZIONE
-Senpai!!-

Correva verso di me, era felice di vedermi? Lo credevo fortemente. Ero felice di vederla? Si, non c'erano dubbi!
Mi sentivo sollevata, perdonata e accettata allo stesso tempo, forse provavamo le stesse sensazioni e come trascinata in un vortice di gioia, non potei fare a meno di imitare il suo comportamento: iniziai a correre verso di lei con un sorriso stampato in faccia. Mi sentivo una bimba che voleva giocare di nuovo con la sua migliore amica che non vedeva da tempo, stavo bene!
Mi sembrava di correre verso la mia figura, riflessa in uno specchio che si stava illuminando; eravamo tanto simili e tanto diverse allo stesso tempo, ma le nostre vite erano legate indissolubilmente, e quella ne era la prova definitiva!
Quando la raggiunsi una foglia rossa mi cadde in testa e io non feci niente per toglierla da lassù, il mio sorriso non scompariva e non sapendo bene cosa dire, lasciai solo parlare il mio cuore.

Sono contenta di vederti...Chiyo!

Dissi sorridendole felicemente, soffermando la mia voce su quel nominativo, su quello che per me era sempre stato e sarebbe sempre stato anche in futuro il suo nome.
 
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Ailisha
view post Posted on 25/1/2012, 23:54




Stavo tornando a casa, ripercorsi esattamente lo stesso percorso per non perdermi,il sole stava calando così come la temperatura.Ma non avevo freddo. Il mio cuore era caldo.
Ero in forma umana e quando fui prossima al portone di casa, cominciai a frugare nella borsetta in cerca delle chiavi.
Entrai in quella mia nuova casa, vuota e silenziosa. Mi liberai delle scarpe lanciandole al primo angolino. Andai alla finestra e osservai il cielo limpido. Vidi la prima stella solitaria comparire, lottava affinchè la sua luce non fosse eclissata. Poi ne arrivò un'altra. Il loro incontro era fissato li nel cielo da migliaia di anni dallo stesso misterioso destino che ha riunito Chiyo e Dawn e che mi avrebbe riportato da Lei.
CITAZIONE
Sono contenta di vederti...Chiyo!

Il cielo era limpido,la quiete regnava dopo le lacrime, non pioveva più Galway.
 
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view post Posted on 4/2/2012, 11:41
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Ruolata Conclusa!

Chiyo Siorai Connor: 8 Ametiste
Dawn Scarlet: 8 Acquamarine
Ishtal Anthea 8 Smeraldi



Do un 8 a tutte, anche se la ruolata non è molto lunga, per la profondità dei post! Siamo state molto brave! ù.ù xD
Aggiungo alle schede! :smile.gif:
 
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11 replies since 19/10/2011, 21:41   196 views
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